Ulteriormente arricchito da due importanti donazioni, inaugura venerdì 28 giugno alle 17 il nuovo allestimento di Casa Dante, progetto complementare al Museo Dante nato nell’ambito delle celebrazioni del settimo centenario della morte del Sommo Poeta e curato dall’Istituzione Biblioteca Classense con la collaborazione delle Gallerie degli Uffizi di Firenze e col fondamentale contributo della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.

Casa Dante è un luogo polifunzionale che si pone come la sede che documenta e racconta la fortuna di Dante tra Otto e Novecento e il culto a lui riservato a Ravenna dal 1865 a oggi. Vi trovano posto alcune sale espositive, tra cui quella dedicata agli “Uffizi diffusi”, un bookshop, una corte meditativa e i laboratori didattici curati dalla Fondazione RavennAntica. Ora si arricchisce di un nuovo spazio che completa il percorso cronologico delle collezioni dantesche, con reperti presentati per la prima volta e che ampliano la narrazione del rapporto tra Ravenna e l’Alighieri.

Nel nuovo allestimento, un approfondimento è dedicato al mito delle spoglie di Dante e alle vicende ad esse legate: trovano così posto la cassetta in piombo (1865) e il forziere (1944) che contenevano le ossa del poeta, restaurati grazie a un accordo con il dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna – campus di Ravenna, e al lavoro della professoressa Florence Caillaud e delle sue giovani allieve e allievi. La nuova sala espositiva, dedicata al culto del poeta dal 1922 ai giorni nostri, ospita le testimonianze contemporanee del cosiddetto Dante pop. Sono oggetto del nuovo riallestimento anche i pannelli didattici pensati per essere accessibili a un più ampio pubblico sia italiano che straniero.

Le due donazioni

Il nuovo allestimento accoglie due importanti donazioni: si tratta di due opere di Angelo Biancini (Castel Bolognese, 1911-1988) e due piccole sculture in LEGO® di Riccardo Zangelmi, intitolate Indiante (2024), offerte dall’autore stesso.

Le due opere di Biancini, donate da Vincenza Mazzarra in ricordo del marito Romano Biancoli, noto professionista di Ravenna, “sono due splendidi esempi della raffinata predisposizione per l’arte della ceramica di Angelo Biancini, probabilmente il più grande scultore romagnolo del ‘900” ricorda Sergio Baroni, la cui galleria milanese ha curato l’acquisizione e successivamente la donazione al Comune di Ravenna da parte della signora Mazzarra. Sono state collocate nella nuova sala espositiva, accanto al busto dantesco dello stesso autore già presente a Casa Dante. Viene così completata una sezione dedicata a Biancini, considerato uno dei più grandi scultori romagnoli del Novecento, conosciuto a livello internazionale con sculture ospitate in diverse città italiane ed estere, da Roma a Chicago, da Verona a Buenos Aires. I due pannelli ceramici sono riproposizioni tratte dal Monumento a Dante realizzato da Biancini nel 1968 per il parco del Retiro di Madrid, un grande pannello in bronzo dominato dalla figura del poeta tra luoghi danteschi e personaggi ed episodi della Commedia. Il primo pannello rappresenta i principali monumenti di Ravenna all’epoca di Dante: la basilica di San Vitale, il mausoleo di Teodorico, la basilica di Sant’Apollinare in Classe e la basilica di Sant’Apollinare Nuovo. In quest’opera un elemento rimanda comunque all’opera dantesca: sullo sfondo si può riconoscere infatti la pineta ravennate, un riferimento simbolico alla selva oscura del canto I dell’Inferno. Il secondo pannello ceramico è dedicato al girone dei Lussuriosi del canto V dell’Inferno: in primo piano si possono riconoscere chiaramente, nel loro turbinare, i corpi nudi di Paolo e Francesca.

Sempre nella nuova sala di Casa Dante, tra le testimonianze contemporanee del cosiddetto Dante pop, sono esposti anche i due esemplari dell’Indiante, opere di Riccardo Zangelmi, primo e unico LEGO® Certified Professional Italiano, la cui passione per i famosi mattoncini nasce da bambino per diventare un vero e proprio lavoro arricchito da tanta poesia e creatività. Le due copie, donate dall’autore, sono edizioni mignon del busto originale che fa parte delle collezioni del Mar e che si trova esposto in deposito al Museo Dante. Gli Indiante sono realizzati interamente con mattoncini Lego, accostando a un rigoroso studio e una puntuale progettazione scientifica, una giocosa vena di ironia, proponendoci una nuova versione di Dante che attrae sia grandi che piccini. A proposito di questa colorata interpretazione, l’autore commenta che si tratta del “Dante del nuovo millennio, saggio come un capo tribù ma giocoso come un bambino che ama travestirsi”.