Nato a Parma nel 1960, Carlo Lucarelli vive tra Mordano e San Marino. Esperto di storia del fascismo, ha discusso una tesi di laurea sulla polizia della Repubblica di Salò e ha scritto numerosi romanzi e racconti gialli con protagonista il commissario De Luca. Negli anni Novanta è stato co-fondatore del Gruppo 13, una realtà che ha riunito i principali giallisti emiliano-romagnoli, rappresentando una fonte di ispirazione per molti giovani autori italiani. Con libri come “Almost Blue”, “Falange armata” e “Il giorno del lupo” è divenuto uno dei massimi rappresentanti del nuovo noir italiano e la sua opera, tradotta in più lingue, è stata oggetto di trasposizioni cinematografiche e televisive, tra cui le quali la serie “L’ispettore Coliandro” e il ciclo dedicato al commissario De Luca. Commediografo, cronista di nera, sceneggiatore di fumetti (“Cornelio delitti d’autore”) e docente di scrittura creativa, ha lavorato a lungo in televisione e condotto una fortunata trasmissione sui delitti irrisolti d’Italia, “Mistero in Blu”, poi diventata “Blu notte”, che gli è valsa il Premio Flaiano nel 2006. Ha anche condotto “Lucarelliracconta” su Rai 3 e “Almost True” su Rai 1. Insieme a Giampiero Rigosi, Beatrice Renzi e Michele Cogo ha fondato a Bologna Bottega Finzioni. Dopo il suo atteso ritorno alla narrativa con “Il sogno di volare”, tra il 2014 e il 2018 ha pubblicato “Albergo Italia”, “La valle dei sicomori”, “Il tempo delle iene”, “Intrigo italiano”, “Amok. Le stragi dell’odio”.
Carlo Lucarelli sarà ospite de Il Tempo Ritrovato a dialogo con Matteo Cavezzali per presentare “Peccato mortale. Un’indagine del commissario De Luca” (Einaudi) mercoledì 13 febbraio alle 18 alla Biblioteca Classense di Ravenna.
Quello tra il 25 luglio e l’8 settembre del 1943 è un periodo strano, allucinato. L’Italia si sveglia una mattina senza più il fascismo e praticamente la mattina dopo con i tedeschi in casa. Proprio nel caos di quei giorni De Luca, in forza alla polizia criminale di Bologna, si trova a indagare su un corpo senza testa. Semplice, perché in fondo si tratta di un omicidio, un lavoro da cane da caccia: chilometri a vuoto, piste da seguire e qualche cazzotto da mettere in conto se ficchi il naso dove non dovresti. Complicato, perché la vicenda assume presto risvolti politici che, date le circostanze, diventano molto pericolosi. Comunque sia il caso, è nella natura di De Luca, va risolto. Sempre. Anche a costo di accettare un compromesso.