Rosaria Tassinari, deputata e presidente del coordinamento regionale dell’Emilia-Romagna del partito azzurro, ha visitato questa mattina il carcere di Ravenna accompagnata da una delegazione del partito composta dal segretario provinciale Fabrizio Dore, il segretario cittadino di Ravenna Nicola Tritto ed il consigliere comunale Alberto Ancarani.

“Abbiamo incontrato il direttore, che peraltro si è insediato da pochi mesi, Stefano Di Lena assieme al comandante della polizia penitenziaria Stefano Cesari – spiega proprio Rosaria Tassinari – questa iniziativa, ‘Estate in carcere’, fortemente voluta dal nostro segretario nazionale Antonio Tajani sta contribuendo in maniera importante ad accendere i riflettori sulla realtà carceraria, cosa accolta con grande favore dalle persone che gravitano all’interno della vita dei penitenziari.
Ci tengo a ringraziare di cuore sia il direttore che il comandante per la disponibilità con cui ci hanno accolti e per la passione e la competenza con cui lavorano ogni giorno in condizioni non semplici.
A Ravenna il carcere è riservato a persone con una pena inferiore ai 5 anni: ci sono attualmente circa 80 detenuti di cui circa il 40% stranieri.

La criticità che abbiamo riscontrato, oltre alla carenza di personale sia di polizia penitenziaria che amministrativa con la mancanza stabile del 20% della forza lavoro, è legata al servizio di assistenza sanitaria che in questo carcere c’è dalle 8 alle 20. Nelle ore notturne c’è un servizio di guardia medica ma chiaramente sarebbe auspicabile coprire le 24 ore con un servizio al 100%, cosa che peraltro già avviene al carcere di Forlì. Valuteremo la possibilità di muoverci per migliorare la situazione in questo senso”.

“Tra le cose positive c’è il riscontro che ha avuto la conversione in legge di un decreto del Governo che ha aumentato il numero di chiamate a casa mensili permesse ai carcerati, cosa che è stata giudicata positivamente non solo da loro e dalle loro famiglie ma anche dagli operatori di polizia e dalla direzione del carcere.
Forza Italia è fortemente impegnata a fare in modo che i provvedimenti del decreto possano essere quanto prima ulteriormente implementati, convinti come siamo che la pena da scontare sia la privazione della libertà ma che le condizioni dei detenuti debbano essere dignitose.

Anche a Ravenna c’è poi una forte collaborazione con le associazioni di volontariato, ad iniziare dalla Caritas, che svolgono un’opera preziosa a supporto e completamento del lavoro delle istituzioni”.