Italiani sempre più preoccupati per l’ondata di rialzi – senza precedenti – di benzina e gasolio. L’allarme caro carburante arriva dalle associazioni di consumatori, che stimano un costo maggiore per le famiglie di circa 380 euro l’anno per ogni veicolo.
Prezzo carburanti record, le rilevazioni Mite
Stando a quanto emerso dalle rilevazioni del Ministero per la transizione ecologica nell’ultima settimana il prezzo carburanti sarebbe stato oggetto di un’ondata di rialzi senza precedenti, portando la benzina vicinissima alla soglia di 1,8 euro al litro e il gasolio ormai prossimo a 1,7 euro al litro.
Il prezzo medio della benzina alla pompa self service è aumentato negli ultimi sette giorni di circa 1,8 centesimi/litro, passando da 1,778 a 1,797 euro. Le cose non vanno certo meglio per il gasolio, che ha fatto registrare un aumento medio di 2,0 centesimi: per un litro di diesel si è passati da 1,647 euro della scorsa settimana a 1,667€ di oggi. Rimane invece stabile il prezzo del Gpl, che è passato da 0,816 a 0.817 euro.
Prosegue così la corsa al rialzo che, appena una settimana fa, aveva fatto stimare circa 15 euro in più sul pieno rispetto all’anno precedente. Se quelle stime facevano presagire che ogni famiglia potesse arrivare a spendere mediamente 350€ in più all’anno per il rifornimento carburante, una nuova stima fatta dall’Unione Consumatori prevede che la nuova ondata di rialzi inciderà con 30 euro in più rispetto ai conti fatti la scorsa settimana, portando a un aumento per rifornimento carburante di 380 euro in più rispetto allo scorso anno.
Inevitabilmente le associazioni di consumatori sono sul piede di guerra davanti a questi nuovi aumenti, causati non solo dal prezzo del petrolio ma anche da imposte indirette (Iva) e dalle numerose accise che gravano sul carburante.
Abbassare l’Iva e ridurre le accise: il grido delle associazioni consumatori
Le associazioni consumatori sembrano tutte concordi nelle misure da adottare per cercare di ridurre (almeno in parte) la stangata per le famiglie italiane che si sta delineando con la costante ondata di rialzi. Per contrastare il caro-carburante serve un intervento che vada a ridurre le accise e abbassare l’Iva: due elementi che, come già visto la settimana scorsa, rappresentano da sole il 64% del prezzo finale carburante.
Questo è quanto emerge dalle parole di Massimo Dona, presidente dell’Unione Consumatori: “Il Governo non può più lavarsene le mani. La benzina, al pari di luce e gas, sta innescando una spirale inflazionistica molto pericolosa, con effetti nefasti per il potere d’acquisto e i consumi delle famiglie, e quindi per la ripresa in corso. Per questo nel prossimo Consiglio dei ministri si deve intervenire riducendo le accise di almeno 20 centesimi, sterilizzando gli aumenti che stanno dissanguando gli automobilisti”.
Anche il Codacons punta il dito su una situazione che, a breve, potrebbe diventare insostenibile per le famiglie italiane. Queste le parole di Carlo Rienzi, presidente Codacons: “Oggi un pieno di benzina o diesel costa 15,85 euro in più rispetto allo stesso periodo del 2021. In un anno infatti la verde è aumentata del 21,4%, mentre il diesel segna un +23,5%. Incrementi che hanno effetti devastanti sulle tasche dei consumatori: solo per i rifornimenti di carburante una famiglia spende oggi 380 euro in più all’anno”.
L’allarme per il caro-carburante viene lanciato anche da Assoutenti, che attraverso il suo presidente Furio Truzzi esprime preoccupazione per una situazione che interessa l’intero settore economico. Gli aumenti che sembrano non conoscere stop infatti, non incidono solo sul bilancio familiare dei rifornimenti degli italiani, ma vanno a causare anche effetti indiretti. In un Paese in cui l’85% della merce viaggia su gomma è inevitabile che il caro carburante non causi anche un incremento dei prezzi al dettaglio di tutti i beni, con un duplice danno per le tasche degli italiani.
(fonte: TgCom24)