Prosegue alacremente e proficuamente, il lavoro del Nuovo Sindacato Carabinieri Emilia Romagna reso possibile dalle interconnessioni tra le Segreterie Provinciali del territorio in risposta agli impulsi dei numerosi carabinieri che a loro si rivolgono.
Questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui giunge il Segretario Regionale Armando De Angelis, fornendo esaustivi aggiornamenti. Nei giorni appena trascorsi è stato ottenuto un primo risultato giudiziario, che ha dissipato i profondi timori per quello che si ritiene, essere stato l’annientamento morale, professionale ed umano di un collega, colpevole di essersi tatuato troppo, forse male. Come può la diffusa moda del tatuarsi, ampiamente gradita in società e tra i militari di ogni categoria, (seppur sconsigliata dall’Arma dei Carabinieri), privare questi ultimi del proprio status, attraverso una rimozione con perdita del grado per motivi disciplinari? La risposta è stata data dal T.A.R. Emilia Romagna il 24 giugno, che ha provveduto ad annullare il provvedimento disciplinare con cui lo sventurato Carabiniere era stato licenziato.
L’attenzione dei vertici dell’Arma del capoluogo felsineo, ha attirato anche le attenzioni del governo regionale. La riflessione è semplice: se il tatuaggio è permanente la finalità di una sanzione disciplinare diversa da quella espulsiva non può ripristinare l’interesse pubblico o il bene giuridico che essa deve tutelare. Va da se che ogni militare tatuato in modo eccessivo o non ritenuto tollerabile o gradevole per obiettiva o oggettiva percezione, debba essere “stanato” ed espulso. A tale proposito viene spontaneo chiedersi: quale norma vigente vieta, impedisce (non “sconsiglia” il tatuarsi) – o delinea i limiti di tale pratica? In fondo si dice: “nullum crimen nulla poena sine lege”; invece si ha la percezione che l’evolvere del tempo spesso non distanzia il “Capo” moderno da un certo gusto nel manifestarsi come entità plenipotenziaria sulla vita e le sorti di coloro che da lui dipendono. Il collega reo di vari tatuaggi, è stato inizialmente radiato e successivamente riabilitato (anche per merito di un’abile difesa). All’opposto, diversi militari hanno vinto concorsi e ottenuto progressioni di carriera pur avendo tatuaggi, che invece sembrerebbero essere stati tollerati, tacitamente “legalizzati”; ma sull’argomento riteniamo opportuno non aggiungere altro. Il Nuovo Sindacato Carabinieri Regionale, riferisce Morgese (Segreteria – Ravenna) si è subito formalmente rivolto alla Commissione Difesa per chiedere una sanatoria e l’introduzione di adeguate misure normative sullo specifico tema. Fra le varie attività poste in essere dal Nuovo Sindacato per la sicurezza dei Carabinieri – prosegue De Angelis – vi è anche una ulteriore donazione all’Infermeria Presidiaria di Bologna, di un centinaio di test speditivi professionali per prevenzione COVID-19 che, (per chi non lo sapesse) aveva comportato il trasferimento di un collega con relativa sanzione disciplinare. Lo stesso, durante la sua attività sindacale in Sicilia, aveva manifestato pubblicamente il suo pensiero ed espresso tutte le dovute attenzioni per preservare il personale operante sul territorio. Come sostenuto da tempo (anche dal NSC), tale controversia, per la prima volta nella storia, è stata discussa dinanzi al Giudice del Lavoro del medesimo luogo e quel collega ha visto ripristinare i suoi interessi, che l’Arma aveva aggredito e fatto venir meno. N.S.C., attraverso i suoi delegati e lo staff professionale costituito (si sta formando un pool tra avvocati ed esperti della materia), lotterà con ogni mezzo lecito ed in ogni sede favorevole al Consiglio, per dirimere le controversie nei rapporti di lavoro presso i Giudici del lavoro e non più attraverso onerosissimi, interminabili, estenuanti e spesso proibitivi (per militari di ordinarie capacità economiche) processi dinanzi ad un TAR o di Stato così come avviene riconosciuto alle altre tipologie di lavoratori. In fondo, un militare, è pur sempre un lavoratore, Ufficiale o Caporale che sia. La vicinanza e l’assistenza al personale in servizio è il mantra del Nuovo Sindacato Carabinieri ed è per questo che il 30 Giugno, il Segretario Provinciale di Bologna Davide Cutrino unitamente a Valentina Sorrenti (Segretaria aggiunta), in rappresentanza del Consiglio Regionale tutto, si è diretto nell’Ospedale Maggiore di Bologna per portare la vicinanza e la solidarietà di N.S.C. al collega Alessandro Milan, investito dall’auto di alcuni rapinatori che era riuscito ad intercettare a Mordano (Imola).
Alessandro da perfetto “Carabiniere che veste gli stivali” ha mostrato uno spirito combattivo e fiero, nonostante il braccio destro legato al corpo, le numerose ferite sul viso ed i dolori alle ossa che gli permettevano solamente piccoli e calibrati spostamenti.
Nei racconti di Alessandro si è percepito il suo senso di responsabilità, di coscienziosità e il desiderio di poter essere utili alla comunità cui ha dedicato tutto il suo servizio nell’Arma dei Carabinieri. Avrebbe potuto arrivare in ritardo, sbagliare strada, accendere le sirene facendosi notare ed aggirare, invece da “Radiomobilista” ha usato tutta la sua esperienza e arguzia per salvaguardare i beni dei cittadini, esponendo tutto sé stesso. Il suo ferimento è un’ulteriore testimonianza che indossare l’uniforme fa delle Forze di Polizia un bersaglio e che la permissività nei confronti dei criminali non paga nel lungo termine.
La visita e la chiacchierata si sono svolte in un clima di perfetto relax e familiarità, perché questo è il percorso che N.S.C. vuole riprendere per chiunque se ne fosse dimenticato: l’Arma è una grande Famiglia, fatta di donne e uomini che ogni giorno lavorano, gioiscono, soffrono e vicendevolmente si supportano/sopportano. Il Nuovo Sindacato Carabinieri valuterà la costituzione di parte civile in un eventuale procedimento conclude De Angelis.