Con una lettera pubblica, Silvio Gordini, per 40 anni presidente dell’Associazione dei capannisti balneari, esprime dure critiche nei confronto dell’amministrazione comunale per la decisione di far abbattere o spostare (se ne saprà di più nelle prossime settimane) i capanni di Marina di Ravenna:
“Sono stato amico di tutti e con tutti, il presidente dell’Associazione dei capannisti balneari per 40 anni, dalla nascita, nel 1966, al 2006, quando ho lasciato il posto ai più giovani. Non posso quindi tacere assistendo a come una storica tradizione, più che secolare, subisca l’incubo di essere cancellata ad opera di una giunta di centrosinistra, che, cieca e sorda ad ogni richiesta e ad ogni ragione, ha deciso di abbattere i pochi capanni in legno ancora esistenti sulle nostre spiagge, quasi siano degli intrusi, fuori contesto, dannosi per l’ambiente.
Questa decisione discende da qualcuno che, appellandosi ad un’interpretazione personale delle disposizioni in materia, senza conoscere la storia dei capanni in spiaggia, rispondendo forse a motivazioni economiche, proprie piuttosto delle lobby cementificatrici delle spiagge o degli happy hour, che richiamano denaro e rendono spiagge e pinete simili a immondezzai, non tenendo conto del turismo “più povero”, ignorando l’età media avanzata dei capannisti (tra i 70 e i 90anni), ha imposto, con una presa di posizione dura, drastica e non negoaziabile, nel nome di una gestione assolutistica del potere, la rimozione di questi manufatti. Duri con i deboli, tolleranti coi forti. Non è una concezione di sinistra, ma un sinistro.
In oltre 70 anni, abbiamo avuto rapporti con la Capitaneria di Porto, con la Forestale e con la Regione Emilia-Romagna. Con tutti abbiamo sempre raggiunto ragionevoli intese e stretto accordi, sempre rispettati. Ma, contrariamente a quanto la ragione potesse immaginare, è stato proprio il nostro Comune, l’ente per natura più vicino ai cittadini, a decretare, essendo subentrato nella gestione del demanio marittimo, la fine di una tradizione che per molti ha rappresentato e rappresenterebbe l’unico momento di riposo e contatto con il mare. Non dei militari, non dei funzionari statali, non dei dirigenti regionali, ma un’amministrazione locale di centrosinistra si è assunta questa responsabilità, tanto antisociale quanto improduttiva, ma anche impopolare. Invito i responsabili di questa triste decisione a leggere le centinai di commenti dei cittadini in merito, pubblicati su Facebook e su altri social.
A nulla sono fin qui valse petizioni, interventi di enti qualificati, diffide, ordini del giorno. Il ragionamento, il colloquio con i cittadini, gli strumenti di negoziato non fanno parte del dna di questa amministrazione, che mostra, tra l’altro, oltre ad un atteggiamento punitivo/repressivo, di non conoscere neppure la storia di questa realtà. Qualcuno si stupisce del calo dei consensi a questo genere di sinistra ? Questa operazione può costare centinaia di voti. Quando si sbaglia, si paga. C’è tempo per rimediare ? Lo spero, nonostante tutto, anch’io, che non mai risposto ad alcuna ideologia di partito, ma solo all’idea di una comunità locale amministrata con saggezza ed equilibrio”.