La Camera di commercio di Ravenna ha reso nota la movimentazione delle imprese della Provincia dell’anno 2019.
Andamento negli ultimi dodici mesi. Per il 2019, si conferma il calo del numero delle imprese ed il saldo negativo fra avvii e chiusure di attività. Al 31 dicembre 2019 infatti sono state contabilizzate 38.674 imprese in provincia di Ravenna e sono risultate 435 in meno rispetto alla stessa data dell’anno precedente. I flussi di nati-mortalità al Registro Imprese di Ravenna, evidenziano che le imprese avviate complessivamente nel 2019 sono state 1.935, a fronte di 2.186 cancellazioni volontarie e di 191 cancellazioni d’ufficio (cioè amministrative), determinando quindi un saldo netto negativo e pari a -251 unità. Nel tempo, le nuove aperture di attività hanno mostrato una graduale flessione e nel 2019 raggiungono il nuovo minimo storico; le cancellazioni volontarie invece aumentano, sia rispetto al 2018 che al 2017, e questi due fenomeni concomitanti e divergenti, conducono ad un tasso di variazione che continua ad essere negativo, pari a -0,64%.
Sul turnover negativo delle nostre aziende continua a pesare la difficoltà di operare in un contesto caratterizzato da incertezze ed il permanere di segnali di rallentamento, sia sui mercati internazionali, sia su quelli domestici, si ripercuote sul sistema imprenditoriale, in particolare sulle piccole e piccolissime imprese, motivo per cui gli imprenditori si trovano ad affrontare notevoli complessità e la propensione a creare ed avviare nuove attività è minore. Anche il tasso di variazione medio dell’Emilia-Romagna rimane negativo, confermando la specificità dell’affanno generalizzato che caratterizza il complesso dell’imprenditoria regionale, però risulta più contenuto, seppure di poco, rispetto al dato provinciale, attestandosi negli ultimi dodici mesi a – 0,31%.
A livello nazionale trova invece conferma la crescita del numero delle imprese, con un tasso di variazione positivo nei dodici mesi e pari a +0,44%; da rilevare, tuttavia, che in ambito nazionale il tasso di crescita è comunque il minore tra quelli realizzati negli ultimi cinque anni.
Andamento nell’ultimo trimestre. Prendendo in considerazione l’andamento del solo quarto trimestre del 2019, si rileva la seguente tendenza: nel corso del trimestre in esame al Registro Imprese della provincia di Ravenna si sono verificate 438 iscrizioni e 464 cancellazioni volontarie (escludendo cioè quelle d’ufficio) che hanno generato un piccolo saldo netto negativo, pari a -26 unità. Il bilancio tra aperture e chiusure di imprese, da luogo ad un tasso trimestrale pari a -0,07%; a determinare questo risultato improntato sostanzialmente alla stabilità, è stato da un parte il piccolo aumento delle nuove aperture, 438 contro le 432 del quarto trimestre del 2018, ma, dall’altra, emerge anche una diminuzione delle cancellazioni volontarie, 464 contro le 486 dello stesso trimestre dell’anno prima. A livello regionale, il tasso di variazione registrato su base trimestrale è negativo e pari a -0,23%; in questo caso risulta essere lievemente migliore il risultato ravennate rispetto a quello medio della regione Emilia-Romagna. In ambito nazionale il tasso trimestrale continua ad essere positivo, anche se in effetti la crescita risulta essere molto contenuta (+0,09% ).
Forma giuridica. Nonostante il calo generalizzato delle imprese registrate, la lettura dei dati dal punto di vista delle forme organizzative, evidenzia il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale della nostra provincia: a conferma di un trend ormai consolidato, a fine dicembre 2019, rispetto alla stessa data del 2018, infatti le società di capitale registrano una performance positiva importante, pari a +194 unità (+2,5% in termini relativi) ed è l’unica forma giuridica in aumento anche negli altri territori di riferimento, cioè in Emilia-Romagna ed in l’Italia. Il dato positivo delle società di capitale, dovuta anche alla progressiva sostituzione di altre forme giuridiche, è sostenuto dalla possibilità di poter usufruire delle semplificazioni e delle agevolazioni fiscali introdotte e consentite ad alcune compagini societarie, come risulta dal fatto che sono le società a responsabilità limitata ed in particolare le SRL Semplificata (+17,5%), a costituire l’incremento delle società di capitale. Nel 2019, anche le cosiddette residuali “altre forme giuridiche”, che però incidono marginalmente sul totale delle imprese, realizzano un piccolo saldo positivo con +3 unità (+0,8% in termini relativi). All’opposto, risultano in flessione le società di persone, con un saldo negativo pari a -259 unità (-3% in termini relativi), le ditte individuali (-365 e -1,7%) e le cooperative con -8 e -1,4%. All’insegna della stabilità i consorzi.
Settori produttivi. In crescita ed in contro tendenza con l’andamento generale, i settori di attività dei servizi alle imprese e professionali (+105 unità, con una variazione percentuale pari a +2,1%), dei servizi alla persona (+22, +0,7%) ed il comparto del credito/assicurazioni con 14 imprese in più ed una variazione percentuale pari a +1,9%. In flessione gli altri settori; in termini assoluti, nell’anno 2019 il commercio perde 164 esercizi (-2% in termini di variazione percentuale) e le attività agricole si riducono di 150 unità (-2,1%). Seguono le costruzioni (-74 unità, -1,3%), l’industria (-67 unità, -2,1%), il turismo, con -57 attività e -1,7% in termini relativi ed infine il comparto del trasporto e magazzinaggio (-41, -3,1%).
Territorio. Quasi tutti i territori della provincia registrano una flessione, tranne i comuni di Cervia e Massalombarda, che realizzano incrementi, rispettivamente, di 5 e 9 unità. Negli altri territori si rilevano flessioni. In particolare nell’area di Ravenna, si registrano 170 imprese in meno, pari a -0,8% in termini relativi; nell’area della Bassa Romagna, calo di 123 unità (-1,3%) e nell’area della Romagna Faentina -142 attività, pari a -1,6%. Nel comprensorio di Ravenna, che raccoglie oltre la metà delle imprese provinciali (52,8%), il comune di Ravenna perde 152 imprese (-1%). Tra i comuni della Bassa Romagna, che nel complesso rappresentano circa un quarto delle imprese provinciali, quello di Lugo vede una riduzione di 18 unità (-0,5%). Per i comuni della Romagna Faentina, che pesano complessivamente per il 22,1%, quello di Faenza mostra una flessione di 81 ditte (-1,4%).
Imprese artigiane. Prosegue la difficoltà del settore artigiano, interessato da una riduzione del numero delle ditte in atto da tempo. Al 31 dicembre 2019 le imprese artigiane registrate in provincia di Ravenna sono risultate 10.338, con una riduzione di 167 unità nel confronto con fine dicembre 2018, che si traduce in una flessione del -1,6% in termini di variazione percentuale e la diminuzione evidenziata risulta leggermente superiore a quella del sistema imprenditoriale nel suo complesso ( -1,1% la variazione percentuale del totale delle imprese). Nel 2019 cresce solo il settore dei servizi all’impresa, che aumenta di 25 unità (+3,9%). Diminuiscono, invece, tutti gli altri settori e particolarmente pesante la riduzione del settore edile, con 71 unità in meno (-1,6%); seguono il manifatturiero (-39 e -2,1%) ed i trasporti (-33 e -3,9%), a cui si aggiungono il settore del turismo (-22 e -3,7%), quello dei servizi alla persona (-15 e -1%) e quello del commercio con 12 esercizi in meno (-2,2%). Negli ultimi dieci anni si sono inoltre perse 1.626 imprese artigiane iscritte al Registro Imprese di Ravenna, valore assoluto corrispondente ad un calo del -13,6% (in termini di variazione percentuale delle imprese artigiane registrate tra fine 2019 e fine del 2009), con difficoltà generali che condizionano gli operatori più piccoli, meno strutturati e nei settori in maggior criticità.
Imprese femminili. Le imprese femminili registrate nella nostra provincia alla fine del 2019 sono risultate 8.049 ed i dati ci mostrano che, nel confronto con la stessa data dell’anno precedente, la consistenza delle imprese “in rosa” ha subito una leggera diminuzione, equivalente a 35 unità in meno. In termini relativi, la flessione corrisponde ad un -0,4%; va peggio quindi per il sistema imprenditoriale complessivo che, come abbiamo già visto, in termini di variazione percentuale, ha subito una flessione pari a -1,1%. Gli effetti della difficile congiuntura si sono fatti sentire anche sulle imprese femminili, ma queste ultime si dimostrano più resilienti, in quanto la diminuzione della compagine imprenditoriale femminile è stata meno pesante. Le imprese femminili rappresentano il 20,8% del totale delle imprese provinciali; il loro peso, progressivamente cresciuto negli anni, si mantiene in linea con la media regionale (20,8%), ma risulta inferiore a quella nazionale (22%), ove la quota più elevata trova spiegazione nell’alta rappresentanza femminile tra le imprese dell’Italia meridionale.
Imprese giovanili. A fine dicembre, sono 2.571 le imprese giovanili registrate a Ravenna; nel 2019 il loro numero ha subito una riduzione e, rispetto all’anno precedente, ne mancano all’appello 104, pari ad una flessione del -3,9% in termini di variazione percentuale. Va precisato che sulla consistenza delle imprese giovanili incide il continuo e costante flusso in uscita, causato dall’invecchiamento dei soggetti che le gestiscono, ai fini della definizione amministrativa per poter rientrare nelle cosiddette “imprese giovanili”. L’andamento delle imprese giovanili quindi principalmente si giustifica con la perdita dei requisiti, ovvero il superamento della soglia dei 35 anni da parte di soci e titolari; se analizziamo infatti la movimentazione tra aperture e chiusure, il saldo tra iscrizioni e cessazioni non d’ufficio negli ultimi dodici mesi è positivo e pari a +255 unità. Le imprese giovanili della nostra provincia quindi, a causa della perdita dei requisiti delle aziende iscritte negli anni precedenti, riducono la loro consistenza rispetto all’anno precedente, ma il saldo della movimentazione è largamente positivo ed è originato, per il 2019, da 499 avvi di imprese giovanili e 244 chiusure volontarie. A Ravenna le imprese giovanili rappresentano il 6,6% del totale delle imprese registrate; in Emilia Romagna il 7,2%, una delle quote più basse tra le regioni italiane, ed in Italia il 9,2%. Inoltre, il 33,2% del totale delle imprese giovanili iscritte al Registro Imprese di Ravenna, cioè una su tre, è anche straniera, ovvero si tratta di aziende giovanili con titolare o con la maggioranza di proprietari/soci/amministratori di nazionalità straniera.
Imprese straniere. Per l’imprenditoria straniera, l’andamento rilevato è in contro tendenza rispetto a quello generale: si conferma infatti per l’anno 2019 il saldo positivo delle imprese con il titolare o con la maggioranza dei soci stranieri. Al 31 dicembre sono state registrate 4.580 imprese straniere nel Registro delle Imprese di Ravenna e sono 44 in più rispetto alla stessa data dell’anno precedente (+1%). Rispetto al 2018, in crescita quasi tutti i settori: i servizi alla persona ed i servizi professionali, entrambi con 14 imprese straniere a testa in più (rispettivamente +7,4% e +6,1% in termini relativi); a seguire, +12 attività industriali estere (+5,2%), +8 unità per le attività turistiche (+2,2%) e +8 anche per l’edilizia (+0,5%), +3 per credito ed assicurazioni (+25%) ed infine +1 unità per i trasporti (+0,8%). Stabilità per le aziende agricole straniere. Fa eccezione il settore del commercio, che presenta invece un saldo negativo perdendo 18 unità, con una variazione percentuale pari a -1,2% ed è una delle prime volte che accade dopo svariato tempo, con riferimento al periodo gennaio-dicembre. La percentuale di imprese straniere sul totale complessivo provinciale, in crescita continua, ha raggiunto l’11,8%, avvicinandosi alla media regionale (12,1%) e mantenendosi più elevata rispetto a quella nazionale (10,1%).