Il consigliere ribadisce la posizione sul calendario venatorio 2022/2023 e chiede scelte anche a carattere statale.
“Bisogna sollecitare Ispra a realizzare piani di gestione nazionale per le specie moriglione e pavoncella”. Così il consigliere Massimo Bulbi (Pd) in merito al nuovo calendario venatorio a cui ieri la commissione Politiche economiche ha dato parare favorevole in vista dell’approvazione definitiva da parte della giunta.
“Voglio ringraziare l’assessore Mammi per avere accolto le tante richieste che vanno a confermare il calendario venatorio dell’anno scorso, anche grazie al fatto che il parere di Ispra è obbligatorio, ma non vincolante. Tra le tante: la conferma della preapertura al colombaccio e alla tortora; l’apertura generale alla terza domenica di settembre; due giornate suppletive per la caccia alla migratoria a ottobre-novembre; la caccia alla beccaccia il 19 gennaio; l’apertura all’addestramento e allevamento cani al 20 agosto”, sottolinea Bulbi, per il quale “rimane problematica la chiusura dell’attività venatoria relativa ad alcune specie, pertanto si esprime un ulteriore giudizio positivo sulla parte del calendario che conferma come l’anno scorso le chiusure della caccia per quasi tutti gli acquatici al 30 gennaio a esclusione dell’alzavola e del germano reale”.
Il consigliere sottolinea come “nell’esprimere un parere favorevole abbiamo fatto alcune richieste: portare per la cesena e il germano reale la chiusura di caccia al 30 gennaio e la richiesta di sollecitare Ispra a realizzare piani di gestione nazionale per le specie moriglione e pavoncella e il ministero della Transizione ecologica a inserire all’ordine del giorno in Conferenza Stato-Regioni l’approvazione di tali piani entro l’inizio della stagione venatoria 2022-2023, consentendo così la possibilità di introdurre nel calendario queste due specie fra quelle cacciabili così come fatto per la tortora. Bisogna che l’Assessorato inoltri a Ispra la richiesta di un parere per la caccia ad altre due specie e precisamente il combattente e la moretta comune”.