Per la rassegna Teatro Ragazzi al Borgo in via Spada a Brisighella, giovedì 20 luglio alle ore 21.15 la compagnia Il Baule Volante presenta un grande classico: La Bella la Bestia, uno spettacolo scritto dal regista Roberto Anglisani e da Liliana Letterese che ne è anche interprete insieme ad Andrea Lugli.
Lo spettacolo replicherà venerdì 21 luglio alle ore 21 al Teatro Aperto di Poggio Torriana.
Un mercante, padre di tre figlie, si smarrisce nel bosco, di ritorno da uno sfortunato viaggio d’affari. Trova rifugio nel palazzo della Bestia, un essere orribile, metà uomo e metà belva. Qui cerca di rubare una rosa e per questo la Bestia lo minaccia di morte. L’unica sua possibilità di salvezza è che sia una delle sue figlie a morire al suo posto. La più bella delle tre figlie accetta il sacrificio e si reca al palazzo. Ma andrà incontro ad un altro destino.
Con La bella e la bestia prosegue un percorso sulla narrazione a due voci e contestualmente un lavoro di ricerca sul tema della diversità. Attraverso l’avvincente intreccio di questa fiaba classica intendiamo parlare di alcuni aspetti di questo tema quanto mai attuale, in particolare, in questo caso, del “diverso” che sta dentro di noi.
I protagonisti della storia hanno entrambi caratteristiche che li rendono particolari, ma al tempo stesso affini ad ognuno di noi. Il nostro lavoro si incentra soprattutto sull’approfondimento e sulla ricerca dei loro aspetti più umani, che più ci appartengono: perché l’essere umano a volte diventa bestia? Forse c’è una “bestia” dentro ognuno di noi? Cosa ci spinge ad essere cattivi, a continuare ad esserlo?
Il personaggio di Bella invece sembra inverosimile nella sua apparente aspirazione al sacrificio, ma finisce per essere l’elemento vincente della storia. Ma qual è la sua forza? Qual è la forza che abbiamo dentro di noi che ci può consentire di vincere la brutalità?
Nasce così una storia ricca di fascino e di emozione, in cui cerchiamo di mostrare i significati nascosti attraverso la parola ed il movimento. Lo spettacolo utilizza, infatti, principalmente la tecnica del racconto orale, con la sua essenzialità ed immediatezza. Ma spesso la parola si fonde al movimento espressivo o lascia completamente lo spazio a sequenze di “gesti-sintesi”, nel tentativo di cogliere l’essenza più profonda del racconto, con pochi oggetti e costumi, lasciando alla voce e al corpo tutta la loro forza evocativa.