“La Pronta Disponibilità è un istituto del contratto collettivo nazionale della Sanità Pubblica, (art. 44) entrato in vigore nel triennio 2019-2021, che prevede l’immediata reperibilità del dipendente unita all’obbligo per lo stesso di raggiungere la struttura nel minor tempo possibile, nei tempi previsti per il normale raggiungimento alla sede di lavoro.
Insomma, laddove, in alcune Unità Operative – ben individuate dal CCNL – dovessero trovarsi sguarniti alcuni turni si potrà fare ricorso all’istituto contrattuale per risolvere le carenze di organico.
Per questo motivo, essendo la norma gestita a livello decentrato, le aziende sanitarie devono predisporre un piano annuale di dotazione organica per poter far fronte alle necessità ed urgenze dei vari servizi fermo restando, appunto, che la Pronta Disponibilità, potrà essere applicata solo nei casi di:
1. Garanzia di interventi assistenziali urgenti e non programmabili;
2. Necessità di assicurare la funzionalità organizzativa o tecnica delle strutture.
La Pronta Disponibilità, poi, è organizzata utilizzando il personale della stessa Unità Operativa tenendo, comunque, conto delle caratteristiche del servizio da erogare e del territorio di riferimento fermo restando che, in caso di prestazione notturna restano validi gli “esoneri” e le previsioni del D. Lgs. 151/2001 e che la Pronta disponibilità, da diritto a riposi compensativi.
Si tratta, insomma, di un di più di responsabilità – nell’esclusivo interesse dei cittadini e degli utenti – che i lavoratori hanno assunto, in sede di rinnovo contrattuale (peraltro già abbondantemente scaduto), e non già di una surroga, come vorrebbe imporre oggi la direzione dell’AUSL Romagna, scaricandosi delle responsabilità proprie dei dirigenti e delle Direzioni Amministrative e Tecnico-Politiche.
Siamo, per questo motivo, dalla parte dei lavoratori e delle loro rappresentanze che si stanno opponendo alla sperimentazione di AUSL Romagna, convinti che qualsiasi tentativo di legare la Pronta Disponibilità ad altri presupposti organizzativi come la copertura delle carenze d’organico, diversi da quelli previsti dal Contratto di continuità nella cura del paziente, prefigurerebbe un’abdicazione delle direzioni al proprio ruolo che scaricherebbe sulle spalle dei lavoratori responsabilità per le quali, non solo non sono retribuiti ma che, per di più andrebbero a caricare e ad aggravare le già precarie condizioni di lavoro, stress e fatica a cui i professionisti della sanità sono sottoposti ormai da molti anni.
Inoltre, cosa ancor più grave, la proposta della AUSL Romagna prevedendo la possibilità di “spostare” i lavoratori su tutto il territorio dell’Azienda, porterebbe i professionisti della Sanità ad operare in Unità che non conoscono, con una conseguente decontestualizzazione dal proprio ruolo che non è difficile prevedere si ripercuoterà sugli utenti e sui pazienti che, per tali motivi, invitiamo a partecipare all’iniziativa di lotta organizzata dalle OO. SS. Confederali e di base: Nursind e Nursing UP che si terrà a Ravenna, sotto la sede della AUSL Romagna in via De Gasperi, il prossimo 7 novembre dalle ore 9.
Sosteniamo le giuste e legittime rivendicazioni dei lavoratori e delle loro Organizzazioni Sindacali con l’obiettivo che insieme alla sospensione della sperimentazione sulla Pronta Disponibilità programmata dall’Ausl Romagna si portino a soluzione – insieme alle giuste rivendicazioni degli operatori – anche le carenze dei servizi e i disagi degli utenti per la difesa dell’intero Servizio Sanitario Nazionale.”
Alessandro Bongarzone
LABORATORIO RAVENNATE DI UNIONE POPOLARE
CIRCOLO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA “UN ALTRO MOND(O È POSSIBILE” RAVENNA