“Già da ieri possono ripartire i distretti e le imprese del settore manifatturiero la cui attività sia rivolta prevalentemente all’export, comparti fondamentali per la nostra economia regionale come automotive, ceramiche, moda e altri ancora. Ovviamente, rispettando i protocolli sulle misure di massima sicurezza per lavoratori e lavoratrici. Un primo passo avanti dopo che il Governo ha accolto la nostra proposta, che qui abbiamo condiviso nel Patto per il lavoro regionale” afferma Stefano Bonaccini.
“Sempre da ieri, in Emilia-Romagna può riprendere la vendita di cibo da asporto (take away) da parte degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, anche artigianali, seppur dietro prenotazione e con accessi contingentati, per evitare assembramenti. Anche in questo caso, un primo passo avanti per bar, ristoranti, rosticcerie, friggitorie, gelaterie, pasticcerie, pizzerie al taglio, stavolta in seguito a un’ordinanza regionale” continua Bonaccini.
“Tutto questo nella nostra regione, fatta eccezione per la provincia di Piacenza, dove, prudenzialmente, sono tuttora in vigore misure anti-coronavirus maggiormente restrittive. Dal 4 maggio, poi, ripartiranno l’intera manifattura, tutte le costruzioni e l’edilizia privata, oltre al commercio all’ingrosso funzionali ai comparti che riprenderanno. Così come sarà permesso tornare a fare attività motoria e sportiva singolarmente” spiega il Presidente della Regione.
“Qualcosa di positivo, insomma, si sta muovendo. Nessuno di noi deve dimenticare come le misure adottate finora abbiano permesso di rallentare il contagio, a tutela della salute pubblica e delle persone. Non è quindi possibile un ‘liberi tutti’ generalizzato. Le persone hanno però dimostrato grande senso di responsabilità in questo lungo periodo di lockdown, allo stesso modo il senso di responsabilità di ciascun cittadino sono certo prevarrà nella fase che si sta per aprire, di convivenza col virus” afferma Bonaccini.
“Per questo, se l’andamento epidemiologico dovesse continuare a essere positivo, chiederemo al Governo di rivedere i tempi e le modalità di riapertura di quegli esercizi commerciali e di quelle attività (negozi, bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti, palestre, ecc.) che oggi vedono davanti a sé date ancora troppo lontane per la loro ripartenza, compresi i settori del turismo e della cultura. Così come indicazioni chiare dovranno arrivare su scuola e servizi per l’infanzia: a famiglie e genitori devono essere garantiti sostegno e servizi, soprattutto nel momento in cui si apprestano a poter tornare al lavoro” conclude Stefano Bonaccini.