Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, non sarà più il presidente della Conferenza delle Regioni. Lo ha annunciato lo stesso Bonaccini al termine dell’incontro con il Primo Ministro Mario Draghi. Per il nome del nuovo presidente, i rappresentanti regionali dovrebbero aver trovato un accordo attorno alla figura di Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, in quota Lega. Un avvicendamento atteso, come spiega lo stesso governatore emiliano-romagnolo in un post su Facebook:
“La Conferenza della Regioni e della Province autonome eleggerà un nuovo presidente e un nuovo vicepresidente. Ho avuto l’onore e il privilegio di guidare la Conferenza dalla fine del 2015, collaborando con tutti i colleghi presidenti (a prescindere dal colore politico) e con cinque governi che si sono succeduti in questi anni (anche in questo caso di colore politico molto diverso).
“La Conferenza della Regioni e della Province autonome eleggerà un nuovo presidente e un nuovo vicepresidente. Ho avuto l’onore e il privilegio di guidare la Conferenza dalla fine del 2015, collaborando con tutti i colleghi presidenti (a prescindere dal colore politico) e con cinque governi che si sono succeduti in questi anni (anche in questo caso di colore politico molto diverso).
Avevo ribadito a più riprese, da un anno a questa parte, la mia disponibilità a questo avvicendamento, posto che da tempo la stragrande maggioranza di Regioni è a guida centrodestra (e se ho potuto guidare in modo unitario la Conferenza, anche in queste condizioni, lo debbo anzitutto a loro, che mi hanno sostenuto e permesso di trovare sempre una sintesi).
Avevo chiesto che questo cambio si producesse però con un accordo unitario, per non aprire nell’emergenza una divisione tra noi e un indebolimento nel confronto col Governo nel momento in cui siamo chiamati a contrastare la pandemia e i suoi effetti drammatici sulla vita dei cittadini. Mi pare che questa sera si siano raggiunte queste condizioni e che nella giornata di domani si potrà procedere, quindi in tempi rapidissimi e in modo davvero unitario come avevo auspicato.
Quando guidi un’associazione per tanto tempo, soprattutto attraversando momenti molto difficili, hai il dovere di preservare l’integrità e al tempo stesso di favorirne l’evoluzione. Per parte mia penso che gli incarichi si ricoprano protempore e nell’interesse anche di chi la pensa diversamente da te. Spero di averlo dimostrato in questi anni e spero di poterlo dimostrare ora sostenendo lealmente chi prenderà il mio posto.
Tra i tanti, due ringraziamenti sono indispensabili. A Giovanni Toti, che da presidente della Liguria ha ricoperto al mio fianco il ruolo di vicepresidente della Conferenza: la sua capacità, la sua intelligenza e la sua collaborazione mi sono risultate preziose in questo tempo. E alla struttura tecnica della Conferenza: dalla direttrice Alessia Grillo (e, prima di lei, Marina Principe e Marcello Mochi Onori) ai dirigenti, funzionari e collaboratori; una piccola squadra fatta di grandi professionisti da cui ho imparato tantissimo e che mi ha sostenuto giorno e notte per provare a fare al meglio.
Degli errori che ho commesso rispondo io ma le cose buone fatte, senza di loro, non ci sarebbero state.