“L’amministrazione comunale intende fare chiarezza sul progetto di ampliamento e trasformazione dell’impianto di Biogas sito in via Fabbra a Granarolo – recentemente acquisito da BYS società agricola impianti S.R.L. controllata al 100% da SNAM – che sta suscitando dubbi e perplessità.
Occorre innanzitutto evidenziare che gli iter autorizzativi di ampliamento e riconversione a biometano degli impianti già destinati alla produzione di biogas godono di corsie preferenziali. Se da una parte ciò non sorprende vista l’importanza strategica a livello nazionale di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili e pulite in alternativa al gas fossile, dall’altra le procedure semplificate riducono la possibilità di confronto tra le parti.
Il progetto è stato in ogni caso più volte oggetto di incontri con diversi residenti del posto, tenuti costantemente aggiornati. Nessuna reticenza, quindi, come qualcuno ha voluto far intendere ma la semplice necessità, in tempi ristrettissimi – il parere dell’Ufficio Tecnico dell’Unione della Romagna faentina dovrà essere formalizzato tra poche settimane – di maturare una posizione non pregiudiziale circa la compatibilità del nuovo impianto con il contesto territoriale.
Da questo punto di vista risultano due, in particolare, gli aspetti maggiormente critici del progetto di riconversione e ampliamento presentato.
In primo luogo, la viabilità. L’attuale impianto fu pensato e realizzato anni fa in aperta campagna a servizio dell’economia locale e con una previsione di traffico di mezzi limitato. Si tratta di un equilibrio che verrebbe alterato dall’aumento dei mezzi pesanti della nuova centrale in transito dal centro abitato, rendendo contestualmente inadeguato il reticolo di strade di campagna, molto strette e di difficile manutenzione, che caratterizzano l’area.
In secondo luogo, non possono essere esclusi a priori problemi di sicurezza in caso di nuove alluvioni. Come per tutte le aree censite come allagate a seguito degli eventi meteorologici dell’ultimo anno e mezzo, anche per le zone a valle di Faenza come quella di via Fabbra, compresa tra i canali di scolo, la massicciata ferroviaria e il canale emiliano-romagnolo, mancano le indicazioni degli enti sovraordinati su come realizzare opere e investimenti garantendo la piena sicurezza idraulica.
L’amministrazione comunale riconosce il contributo derivante dallo sviluppo di tecnologie che incrementano la produzione di energia rinnovabile e pulita e giudica positivamente ogni investimento diretto a migliorare la sostenibilità ambientale presente e futura. Allo stesso tempo non può sottovalutare l’impatto dei nuovi impianti di produzione di biometano rispetto ai biodigestori agricoli, che rischiano di peggiorare le condizioni di vita dei residenti. “