Il Gruppo Sapir, principale realtà imprenditoriale del porto di Ravenna, ha pubblicato il suo primo bilancio di sostenibilità, relativo al 2019.
“Anche per le responsabilità che ci derivano dalla rilevante partecipazione pubblica- commenta il Presidente Riccardo Sabadini- le nostre scelte rispondono da sempre a principi di sostenibilità, dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
Ci è sembrato ora il momento di riordinare i risultati del nostro impegno in un documento organico e lo abbiamo fatto con un approccio scientifico, assumendo a riferimento i principi di rendicontazione più diffusi a livello internazionale, i GRI standards”.
Nel 2019 il valore della produzione del Gruppo è stato di 60,2 milioni di euro.
L’84% di questi, pari a circa 50 milioni e mezzo, è stato distribuito agli stakeholder, in particolare a fornitori (68%), personale (20%), Pubblica Amministrazione con dividendi, imposte e canoni (7%).
Riguardo le forniture, il Gruppo si rivolge prioritariamente a realtà della regione (92,9%) e soprattutto provincia (66,5%), per creare valore nella propria comunità.
Il capitolo della responsabilità verso i clienti contiene un ampio paragrafo su innovazione e digitalizzazione dei servizi: tale responsabilità si esercita infatti anche impegnandosi a prevedere l’evoluzione del settore in modo da offrire sempre le risposte più adeguate.
Sono in corso un processo di potenziamento dell’infrastruttura IT e la progettazione di un nuovo sistema che consentirà di gestire in un’unica piattaforma tutte le attività dei terminal e, a regime, anche di interagire con i clienti e le navi.
Nella sezione dedicata alla responsabilità ambientale emerge un aspetto caratteristico del terminal Sapir: l’essere multipurpose offre la possibilità di diversificare i mercati ma allo stesso tempo determina una gestione più complessa degli impatti, in quanto ogni tipologia di merce propone problematiche specifiche. Qui viene dettagliato come, caso per caso, si siano adottate le misure più idonee per garantire il massimo rispetto dell’ambiente circostante.
Un capitolo è dedicato alla responsabilità verso i dipendenti. Sapir fu il primo terminal operator italiano a conseguire già nel 2004 la certificazione di sicurezza. Oggi i tre terminal (Sapir, TCR e Terminal Nord) sono tutti certificati ISO 14001, standard che garantisce che i siti assicurano individuazione, adozione e monitoraggio delle misure necessarie a organizzare luoghi di lavoro salubri e sicuri.
Dati interessanti sono la riduzione dell’età media del personale, l’incremento delle ore di formazione e la conferma di un tasso di infortuni particolarmente basso.
Per quanto riguarda il rapporto con la comunità, oltre alle significative erogazioni in sponsorizzazioni e contributi solidali per il sostegno ad attività sportive, culturali e sociali, viene sottolineato l’impegno a diffondere la cultura del lavoro portuale con iniziative, rivolte in primo luogo agli studenti, mirate a favorire la conoscenza del porto: nel quinquennio 2015-2019 i terminal hanno ospitato 80 visite di gruppo per circa 2500 partecipanti.
“Come è avvenuto nel campo della sicurezza e in quello della regolarità del lavoro- spiega Sabadini- la nostra società vuole ancora una volta aprire la strada ai comportamenti virtuosi di tutta la comunità portuale.
Ci auguriamo che, col tempo, l’impegno alla sostenibilità e alla sua rendicontazione porti anche benefici competitivi.
Ci sono già settori, come l’alimentare, dove sempre più la scelta del prodotto da parte del consumatore viene condizionata anche dalla conoscenza del suo ciclo produttivo; noi pensiamo che anche i servizi logistici debbano essere valutati non solo per il risultato finale ma per tutto l’iter che ha portato alla fornitura.
È un approccio che richiede una sempre più diffusa consapevolezza di come ogni impresa influenzi in vari modi il benessere della collettività di riferimento”.
Il bilancio in versione integrale è disponibile sul sito www.grupposapir.it