Il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale sul finire del 2022 ha approvato il bilancio previsionale per il 2023, un bilancio dai numeri importanti. Il totale dei costi-ricavi supera i 42 milioni di euro, di cui circa 24,2 milioni di euro è l’importo dell’attività corrente, di manutenzione ed esercizio del complesso di opere in gestione all’ente, mentre l’importo residuo di 17,8 milioni è riferito alla quota di lavori finanziati da terzi per la realizzazione di nuove infrastrutture di bonifica idraulica, di bonifica montana e di irrigazione.
Il bilancio del Consorzio è articolato in due centri di costo principali: quello relativo all’ambito di pianura, il cui fabbisogno di costi-ricavi è, per la parte corrente, di circa 19,9 milioni di euro; quello relativo all’ambito collinare e montano, il cui fabbisogno corrente è di circa 4,3 milioni di euro.
Il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale opera in un territorio di 200.000 ettari, dislocato in cinque province: Ravenna, in prevalenza; Bologna, nell’area imolese; Forlì-Cesena, nell’area collinare di Modigliana e Tredozio; Ferrara, al confine nord-ovest del comprensorio; Firenze, nel versante adriatico della Regione Toscana che comprende i centri abitati di Firenzuola, Palazzuolo e Marradi. 35 sono i comuni che fanno parte del comprensorio.
Nell’ambito di pianura, che ha un’estensione di circa 80.000 ettari, l’ente ha funzioni di bonifica idraulica e distribuzione irrigua. Ha in corso lavori per oltre 18 milioni di euro e lavori finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per più di 67 milioni.
L’attività di bonifica idraulica consiste nella manutenzione, esercizio e progettazione di opere atte a creare e salvaguardare un ordinato assetto idraulico di un territorio altrimenti naturalmente vocato al dissesto. Una rete di 1.000 km di canali artificiali di scolo, di opere di regimazione, di impianti idrovori, questi ultimi a beneficio delle aree più depresse che senza l’ausilio del sollevamento meccanico non avrebbero alcuna possibilità di allontanare le acque di pioggia.
Altrettanto impegnativa è l’attività di distribuzione irrigua a sostegno del comparto agricolo che, se una volta era concentrata nel periodo tardo-primaverile ed estivo, ora viene svolta quasi lungo l’intero arco dell’anno causa la crescente siccità. Nel corso del 2022 il Consorzio ha distribuito nel territorio di competenza 62 milioni di metri cubi d’acqua prelevata dal CER – Canale Emiliano Romagnolo. Attualmente la superficie servita dalle reti distributive irrigue gestite dal Consorzio è di 36.000 ettari, quasi equamente divisi tra reti di condotte in pressione e canali vettori a cielo aperto.
Nel comprensorio collinare e montano, che ha un’estensione di circa 120.000 ettari, la recente attività del Consorzio ha prodotto progetti di opere del valore di più di 18 milioni di euro e ora ha in corso lavori per più di 16 milioni di euro.
Particolarmente significativo è stato l’impegno nella progettazione di invasi irrigui collinari interaziendali, finanziati con fondi del Piano di Sviluppo Rurale Regionale. Con le ultime realizzazioni gli invasi interaziendali progettati dallo staff tecnico del Consorzio nel corso degli anni saranno in 23, aggregando complessivamente 870 aziende agricole.
Numerosi sono anche i progetti di opere di sistemazione idraulico-forestale, di ripristino di versanti in frana e di interventi di manutenzione della viabilità rurale minore.
L’attività del Consorzio non si limita alla gestione in senso stretto di opere. Caratteristica distintiva dell’ente è, infatti, la capacità progettuale del suo staff tecnico. Grazie ad essa, volendosi limitare agli ultimi anni, il Consorzio ha curato internamente – quindi senza dover ricorrere ad affidamenti a professionisti esterni – la progettazione e la direzione dei lavori per opere di grande rilevanza, che hanno migliorato in via permanente la sicurezza idraulica e hanno favorito una trasformazione dell’assetto produttivo del territorio di competenza nel segno dello sviluppo sostenibile.
«Com’è noto, il 2022 è stato un anno critico – dichiara il Presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale Antonio Vincenzi -. Si è dovuto scontare l’effetto della forte tensione inflazionistica generata da fattori esterni all’economia nazionale, che ha caratterizzato in particolare il mercato dell’energia e di alcuni materiali normalmente impiegati nei lavori di bonifica e irrigazione. Un’attività energivora come quella svolta dal Consorzio – si pensi alla distribuzione irrigua tramite condotte in pressione – non poteva che risentirne. Purtroppo lo scenario che si prospetta nel 2023 si pone in continuità con l’andamento dell’anno appena trascorso, per quanto si confidi in una stabilizzazione del prezzo dell’energia su quotazioni inferiori a quella media rilevata nel 2022, grazie alle recenti decisioni assunte dalle istituzioni europee. Il rincaro del costo dei materiali sta avendo ripercussioni negative anche sui lavori di realizzazione di nuove infrastrutture attualmente in corso di esecuzione e progettazione, in quanto all’obbligo di revisione dei prezzi imposto dal legislatore non è corrisposto un proporzionale adeguamento dell’importo dei finanziamenti da parte dello Stato. Ciò nonostante sono convinto che le doti di resilienza più volte dimostrate dal nostro Consorzio consentiranno di superare questa fase critica».