“Con il bilancio di previsione 2023-2025 deliberato con incredibile e colpevole ritardo, la Giunta de Pascale ha usato tutte le sue possibilità di andare nelle tasche dei Ravennati, decidendo di aumentare alla quota massima le aliquote per i tributi comunali.
Il Sindaco de Pascale, il PD, Ravenna Coraggiosa e il resto della maggioranza nel 2023, costringeranno i ravennati e le imprese a pagare alle casse del Comune di Ravenna un aumento spropositato dell’IRPEF, dell’IMU, senza contare multe e sanzioni amministrative varie. Ma non basta: la giunta de Pascale ha deciso di sottoporre alla mannaia dei tagli, i servizi sociali, la cultura, gli eventi ed i progetti vari (sociali e culturali).
I tagli nell’ambito culturale colpiranno i Teatri, il Mar, la Biblioteca Classense e anche Ravenna Manifestazioni. Solo per citarne alcuni.
I principali rincari ed aumenti degli introiti rispetto al 2022 riguarderanno, in particolare: imposte e tasse con aumento di circa 6.500.000 euro. Gli introiti per multe da autovelox e per illeciti di circa 1.700.000 euro mentre i tagli saranno interessati i servizi ai cittadini, le già carenti manutenzioni di strade, marciapiedi ed aree verdi. Multe per infrazioni del codice della strada (leggasi per lo più autovelox) prevedono un introito per le casse comunali di 9 Milioni e 500 mila euro.
L’aumento dell’IMU colpirà per lo più, gli immobili a destinazione produttiva e agricola. Un settore già fortemente provato.
Più in generale, gli introiti dell’IMU aumentano del 3,74% mentre quelli derivanti dell’IRPEF comunale del 33,33%.
Vengono invece preservati i contributi comunali spropositati per tenere in piedi il pesante carrozzone del sistema clientelare che garantisce al PD il governo della città da 70 anni. Prima fra tutti la Fondazione Ravennantica, per la quale solo 3 settimane fa la Giunta aveva garantito 900.000 euro sulla base di un fantomatico progetto culturale. A questa cifra esorbitante, vanno sommate poi le diverse iniezioni di liquidità già effettuate, sempre utilizzando risorse comunali.
Gli aumenti delle imposte e delle tasse così come i tagli ai servizi non sono certo imputabili all’aumento dei costi energetici o alla guerra in Ucraina, come vuole far credere il Sindaco de Pascale: l’unica ed inconfutabile ragione è la scelta di aumentare e sperperare la spesa per distribuire favori e clientele.
Altri Comuni come quello di Rimini – per citarne uno vicino a noi e amministrato dal PD – non solo non ha aumentato i tributi per il 2023 ma ha addirittura diminuito l’IRPEF per 50.000 riminesi, oltre a ridurre l’IMU per gli immobili affittati a canone concordato e alla creazione di un fondo per il caro bollette in favore di famiglie in difficoltà.
Non va dimenticato che questo nefasto bilancio comunale andrà in approvazione con 3 mesi di ritardo rispetto alla prima scadenza fissata al 31/12/2022. Un ritardo che sta costringendo il Comune ad operare in “esercizio provvisorio” con le conseguenti forti limitazioni dell’azione amministrativa ed in particolare degli investimenti ordinari. Che tradotto nella pratica, significa che nel 2023 grazie all’incapacità amministrativa del Sindaco, del PD e della maggioranza, saranno solo 9 i mesi a disposizione per la realizzazione dei lavori pubblici ordinari.
Siamo costretti a dire “ve lo avevamo detto”, visto che già mesi fa avevamo previsto l’aumento delle imposte che oggi troviamo nero su bianco nel bilancio comunale. E sempre nei mesi scorsi abbiamo divulgato una “contro” manovra da noi elaborata, che non solo non prevede l’aumento delle imposte (grazie ad un lavoro certosino di tagli della spesa improduttiva che sostiene il Comune di Ravenna), ma arriva addirittura a prevedere fondi a sostengo di cittadini, imprese ed associazioni.
La giunta de Pascale, nonostante vi fosse la possibilità di non mettere mano alle tasche dei Ravennati, ha deciso per gli aumenti, aumentando così le difficoltà che tutti noi stiamo vivendo in questi difficili mesi di aumenti spropositati di bollette e non solo.
Certo dei tagli ai servizi e dell’aumento delle imposte comunali, de Pascale si è ben guardato dal parlarne nella recente campagna elettorale per la sua rielezione a sindaco di Ravenna, sebbene questi fossero già nelle sue intenzioni. A questo punto viene da chiedersi se i suoi alleati politici ne fossero a conoscenza e soprattutto se oggi sono tutti d’accordo con questa linea?
Sta di fatto che nei prossimi mesi, in virtù dei tagli sopra citati, vedremo ad esempio diminuire le già carenti manutenzioni alle aree verdi pubbliche. O i posti a disposizione per i CRE estivi comunali. Tanto per fare un paio di esempi.
A fronte di tutto questo, le dichiarazioni del sindaco che tenta maldestramente di giustificare questa scellerata manovra fanno davvero sorridere. Ma di quei sorrisi amari, soprattutto se si considera che lui e i suoi colleghi di giunta non hanno esitato ad aumentare le loro indennità.
Si perché gioverà ricordare che quella di de Pascale dal 1 gennaio 2024, sarà di 12.000 euro lordi a fronte della iniziale di circa 6.000 euro mensili.
Inoltre, con il bilancio di previsione 2023 -2025 Sindaco e Giunta preservando i premi ai dirigenti anche a quelli che causano palesi, macroscopici e costosi errori come quelli del Ponte di Grattacoppa, del nuovo Palasport e dell’appalto degli uffici di informazione ed assistenza turistica. Sempre per per citare alcuni esempi.
Insomma, un quadro catastrofico quello dipinto del bilancio di previsione 2023 elaborato dalla Giunta de Pascale. Uno scenario che poteva benissimo essere evitato, attraverso la scelta di tutelare i cittadini ravennati anziché gli amici dell’amministrazione comunale.
Di certo, come opposizione in Consiglio comunale daremo battaglia, contestando la linea adottata dal PD anche attraverso la presentazione di una contro manovra elaborata insieme agli altri gruppi di minoranza.”