Al Nord, soprattutto nelle regioni del Nordest le imprese continuano a trovare molte difficoltà nel reperire personale, soprattutto qualificato.
L’ultima stima – elaborata dalla Cgia su dati Unioncamere – prevede soltanto per l’Emilia-Romagna una stima di 42.390 nuove assunzioni a inizio 2020, ma di queste ben il 37,3 % sarà di difficile reperimento per le figure professionali richieste.
E nella classifica nazionale del personale introvabile per le nuove assunzioni figurano molte province della nostra regione: Reggio Emilia al quinto posto con il 42,7% e poi dal 7° al 9°posto: Piacenza con il 40,5, Ferrara con il 40,4% e Modena con il 40,3%. male in classifica anche Parma (con il 37,2%), Bologna (il 35,3%) , Forlì-Cesena (il 33,7%) , Rimini (il 33,3%) e Ravenna (il 31,7%).
“Non si riesce a trovare il personale a causa dell’impreparazione dei candidati o, addirittura, per la mancanza degli stessi. Si assiste ad un manifesto scollamento tra le qualifiche che la scuola dispensa e le reali richieste del mondo del lavoro, inoltre dobbiamo constatare che esistono profili professionali che spesso i nostri giovani rifiutano e solo in parte vengono coperti dagli stranieri. Per esempio, i giovani non vogliono più fare gli autisti di mezzi pesanti, sia perché il costo per ottenere la patente C o D e la “Carta di Qualificazione del Conducente” ha un costo elevato che oscilla tra i 2.500 e i 3.000 euro, sia perché è una professione estremamente faticosa. Ma molte aziende non riescono a trovare più cuochi, camerieri, operai metalmeccanici ed elettromeccanici. Quanto alle qualifiche più specifiche, al Nord le figure professionali maggiormente richieste e che la domanda non riesce a soddisfare sono: i tecnici informatici, gli addetti alla vendita , gli esperti in marketing, i progettisti e gli ingegneri” spiega Tullia Bevilacqua, segretario regionale Emilia-Romagna dell’Ugl.
“Paradossalmente emerge anche un altro fenomeno : all’opposto di chi non cerca lavoro , l’Italia ha il triste primato di giovani tra i 15 e 29 anni inattivi, i cosiddetti Neet (persone non impegnate nello studio, né nel lavoro né nella formazione) molti hanno accettato un’occupazione meno qualificata rispetto al titolo di studio conseguito; è il cosiddetto Mismatch, tra le competenze richieste e quelle possedute, molto accentuato al Sud. Ma il Mismatch può essere legato anche al settore in cui si lavora (basti pensare alle differenze di stipendi tra insegnanti e ingegneri , solo per fare un esempio) o al genere: visto che in molti ambiti, a parità di posizione ricoperta, le donne percepiscono meno degli uomini o hanno meno possibilità di carriera” aggiunge Tullia Bevilacqua.
Il segretario regionale dell’Ugl annuncia che porterà queste tematiche in seno al ricostituendo Patto regionale del lavoro, per consentire al sistema economico dell’Emilia-Romagna di riallinearsi su standard europei e aggredire i punti deboli – sostegno agli istituti professionali, alla formazione continua, rapporti scuola e imprese – di una congiuntura che vede l’Italia ancora alle prese con il rilancio del lavoro dopo gli effetti dell’ultima crisi globale.