Il Consiglio Comunale di Faenza nella seduta del 22/12/20 ha deliberato, tra le altre cose, la “Revisione periodica 2020 delle partecipazioni societarie detenute al 31/12/2019 e attuazione dei precedenti piani di razionalizzazione”, provvedimento voluto dal D.Lgs n. 175 del 19 agosto 2016, meglio noto come “Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica” .
“La Delibera, che dovrà essere trasmessa alla Corte dei Conti, è stata votata dalla sola maggioranza Consiliare nonostante il gruppo di Fratelli d’Italia, nella persona del sottoscritto, abbia evidenziato la presenza di un evidente e preoccupante vizio di legittimità normativa” commenta Stefano Bertozzi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Faenza.
“Il problema nasce dalla giravolta che è stata attuata per rispondere all’obbligatorietà di una razionalizzazione della partecipata “Faventia Sales Spa”, società di cui il Comune detiene direttamente il 46% ed esprime il Presidente ed altri due membri del Consiglio di Amministrazione (leggasi influenza dominante).
Il Testo Unico impone alle Pubbliche Amministrazioni di effettuare interventi di razionalizzazione ogni volta che si verificano determinati e specifici presupposti elencati tassativamente ai sensi dell’art. 20.
Tra questi cito:
1-Il numero dei dipendenti della società partecipata non può essere superiore al numero degli amministratori.
2-Il fatturato non potrà essere inferiore al milione di euro a partire dal triennio 2018-2020.
Faventia Sales Spa ha 7 amministratori e 1 dipendente.
La legge stabilisce rigidamente che la razionalizzazione possa avvenire esclusivamente attraverso la fusione, la soppressione, la messa in liquidazione o la cessione della partecipata (art. 20 Testo Unico).
L’Amministrazione Comunale si è letteralmente inventata la “razionalizzazione tramite riassetto societario” che la norma non contempla in alcun modo.
Questo in contrasto con analoga delibera della precedente Consiliatura che aveva chiaramente stabilito e votato che la scelta di razionalizzazione non potesse che passare attraverso la liquidazione della società da attuarsi nei due anni successivi.
Gia l’ex Sindaco Malpezzi invero ha sconfessato la delibera di Consiglio votando il 26 giugno 2020 – come rappresentante del Comune in Faventia Sales – il rinnovo del CDA della stessa, indicando addirittura tre dei sette amministratori, tra cui l’allora Presidente (e oggi Vice Sindaco con delega alle Partecipate) Andrea Fabbri.
Oggi il colpo di teatro si completa: si forza il dettato normativo con una delibera contraria alla precedente e non in linea né con il Testo Unico né tantomeno con le scelte comunicate alla Corte dei Conti nel 2019; il Vice Sindaco Fabbri nel corso del dibattito non ha risposto nel merito alle obiezioni da me sollevate ma ha spostato l’attenzione sul piano politico che assolutamente non rileva in questo frangente; non ha risposto nei fatti (e non lo ha fatto nemmeno alla Corte dei Conti che dovrà giocoforza valutare questa nuova delibera) sul come intenda superare l’ancora più stringente vincolo di fatturato quando nel 2020 si troverà con una società che, al netto di operazioni straordinarie, avrà nuovamente un volume del venduto inferiore al milione di euro (Fabbri versione Presidente ha dichiarato in assemblea di Faventia Sales che il fatturato si attesterà a regime intorno ai 630.000 euro annui…).
Riteniamo che questo rappresenti un atto di enorme arroganza politica, viziato all’origine, che potrebbe potenzialmente creare un danno significativo alle casse del Comune (le sanzioni stabilite dalla norma nel caso di mancato rispetto dei requisiti vanno da un minimo di 5.000 euro ad un massimo di 500.000 euro) senza che l’Amministrazione abbia fatto emergere nessuna volontà di correggere la propria condotta.
Per queste ragioni denunciamo con forza quanto accaduto e ci attiveremo in tutte le sedi opportune per porre rimedio”.