“In questi giorni particolarmente difficili per il territorio del nostro Paese, e mi riferisco alle gravi alluvioni che hanno flagellato alcune zone d’Italia, abbiamo assistito ad un violento scambio di accuse tra i vari attori che nulla ha portato alla soluzione dei problemi.
Nell’ambito del nostro Comune e più in generale nel più ampio territorio dell’Unione dei comuni della Romagna Faentina insistono, oltre ad una serie di torrenti minori, due fiumi/torrenti di una certa rilevanza: il Lamone ed il Senio.
In questi anni, pur con notevole ritardo, sono state avviate alcune opere minori per la messa in sicurezza degli argini e più in generale per la pulizia degli stessi.
In località Tebano abbiamo invece un’importantissima opera infrastrutturale lungo il fiume Senio (casse di espansione) ferma da oltre un decennio, che andrebbe a mettere in sicurezza tutto l’abitato a valle (Castel Bolognese e Solarolo per quanto riguarda la nostra Unione), ma che costituirebbe anche un’importantissima valvola di sfogo e decompressione per i comuni a monte (Riolo Terme in particolare).
Nelle scorse settimane lungo il fiume Senio (in quel punto ancora torrente), in località Riolo Terme – via Sebastiano Bertozzi – era stata avviata un’apprezzabile opera di pulizia degli argini con eliminazione di tutte una serie di situazioni di pericolo, sul tratto le sponde ed il greto sono stati “invasi” dalla vegetazione, alberature anche di grosse dimensioni sono cresciute a ridosso del corso d’acqua, alcune di esse sono pericolanti e paurosamente inclinate. Frequenti sono le tane di istrici e nutrie che trovano riparo tra le radici di questi fusti.
La vegetazione non va solo a rallentare il corso delle acque ma potrebbe costituire una barriera naturale in caso di piena, con un potenziale di dannosità davvero elevato.
Questo si aggiunge alla situazione di pericolo costituita dal cantiere abbandonato ai piedi della “chiusa” che si trova a poche centinaia di metri di distanza.
Lo stesso stato di cose è riscontrabile in altri punti sia del Senio che del Lamone, spesso a ridosso dei centri abitati e in zone ad elevata pericolosità.
Pochi giorni fa ho avuto notizia che i lavori sopra descritti, torrente Senio nello specifico, sono stati sospesi dando origine ad un incredibile paradosso: c’è un assoluto bisogno di interventi per la messa in sicurezza del territorio e dei corsi d’acqua, quando anche le opere – per quanto minori – vengono finanziate e appaltate poi vengono sospese in corso d’esecuzione per l’opposizione di non si capisce bene chi.
Per comprendere le ragioni di quanto sta accadendo ho scritto oggi stesso ai rappresentanti degli Enti Locali dove siedo, in particolare Unione dei Comuni della Romagna Faentina e Provincia di Ravenna e sono in attesa di avere risposta.
A brevissimo chiederò sia al Comune di Faenza che all’Unione dei Comuni che il tema “casse di espansione” venga istituzionalizzato, coinvolgendo anche la Regione Emilia Romagna che non può e non deve restarne fuori.
E’ questa un’opera indispensabile per la tutela e la sicurezza del nostro territorio e per la salvaguardie di vite umane che non può più attendere.
Ciò che è successo nelle Marche deve farci urgentemente riflettere, fuori da qualsiasi appartenenza politica.
Occorre superare sia i vincoli di bilancio che la colpevole ed incredibile opposizione di chiunque ponga pretestuosi ostacoli, siano essi pseudo ambientalisti che gruppi più o meno spontanei.
La mancata attivazione di tutto quanto in nostro potere per intervenire sarà ingiustificabile.”