Due interrogazioni presentate dal consigliere di Fratelli d’Italia, Stefano Bertozzi, in consiglio comunale a Faenza e in consiglio dell’Unione della Romagna Faentina, sullo stesso tema: il ristoro dei danni dell’alluvione. Secondo Bertozzi, gli enti locali avrebbero attivato in ritardo gli ufficiali adempimenti richiesti dalle procedure burocratiche.
“Da troppi giorni si sta assistendo ad un imbarazzante teatrino dove alcuni Sindaci della Provincia di Ravenna e dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina in particolare, accusano il Governo e la struttura Commissariale di non aver fatto quanto necessario per il ristoro dei danni dell’alluvione dello scorso maggio, di non aver stanziato le somme occorrenti, di non aver fatto arrivare la liquidità necessaria agli Enti danneggiati” afferma Bertozzi.
“Fonti governative smentiscono con forza questa ricostruzione e citando l’ordinanza n. 6/2023 del 25 agosto u.s. ricordano come molti altri Comuni romagnoli, coinvolti dai fenomeni alluvionali, abbiano già ottenuto i ristori o una parte di questi.
La citata Ordinanza Commissariale all’art. 2 disciplina l’iter di rimborso, e dal contenuto letterale appare di tutta evidenza come fosse possibile fin da subito richiedere il 40% di acconto con modalità estremamente semplificate, da una prima e sommaria verifica fatta presso gli uffici emergono fondati dubbi che l’Unione dei Comuni della Romagna Faentina abbia richiesto, nei tempi che l’Ordinanza offriva, il citato acconto così come pare che l’opera di rendicontazione per il saldo stia procedendo in maniera più che rallentata” continua Bertozzi.
“Il dubbio è che sia mancata da parte dell’Unione, e dei comuni membri, la necessaria tempestività per l’attivazione degli aiuti messi a disposizione dal Governo, se così non fosse sarò a fianco delle amministrazioni comunali nel richiedere con forza il dovuto, ma se a non aver attivato in maniera corretta gli iter previsti dalla norma per l’accredito delle somme spettanti credo che tutti quei Sindaci che oggi urlano in maniera scomposta, dopo essersi doverosamente scusati con i cittadini, dovrebbero mettersi al lavoro per fare quello che compete loro in forza dell’incarico che si sono assunti l’onere e l’onore di ricoprire.”