“Nella serata di ieri, giovedì 27 ottobre, è stata data risposta all’interrogazione che come Fratelli d’Italia ho presentato sul tema Asp/Ca’ Vincenzona.
La vicenda è nota perché già oggetto di altri nostri interventi e trae origine dal contratto di locazione stipulato tra Asp della Romagna Faentina ed un’impresa privata per la conduzione dell’immobile denominato Ca’ Vincenzona in località San Mamante.
La prima interrogazione fu presentata dopo esserci accorti che Asp, a nostro avviso in maniera commercialmente irrituale, ha sostenuto in proprio i costi per ottenere il cambio di destinazione d’uso da agricolo a commerciale del complesso immobiliare in questione, 33.468,08 euro la spesa, in cambio della sottoscrizione di un nuovo contratto di locazione della durata di 9 anni + 9 anni.
In occasione di quel primo dibattito consiliare l’Assessore Agresti sostenne, con nota di ASP a proprie mani, che l’operazione era di tutto beneficio per la società visto che in arco di contratto il maggior canone incassato sarebbe stato di +53.580 euro per i primi nove anni e + 59.580 euro per i successivi nove anni.
Nel calcolo del beneficio complessivo l’Assessore probabilmente dimenticò di dire che l’immobile così modificato sarebbe stato soggetto, rispetto all’impostazione precedente, ad un’imposizione IMU superiore di circa 8 punti percentuale e dimenticò di considerare questo piccolo elemento nel calcolo complessivo della reddittività, ma soprattutto dimenticò di dire – e questo è quello che abbiamo evidenziato con l’interrogazione – che il contratto di locazione contiene un’opzione di acquisto esercitabile dal conduttore durante tutta la durata del contratto e che il canone deve intendersi per il 50% quale anticipo sul prezzo di una futura ed eventuale vendita.
Al di là dell’aspetto tecnico, che può essere approfondito analizzando il testo dell’interrogazione, abbiamo di sostanziale che con una sola mossa ASP ha ridotto il valore commerciale di un proprio immobile in maniera significativa, vincolandosi per oltre 18 anni ad un contratto che offre un’opzione di acquisto al conduttore che, qualora decida di esercitare, potrà scontare dal prezzo il 50% dei canoni nel frattempo corrisposti.
L’opzione e la formulazione del contratto sono legalmente regolari, viste le modalità, ma nella sostanza testimoniano ancora una volta come la gestione del patrimonio ASP sia del tutto inadeguata rispetto alla situazione in cui versa l’Ente.
Questo ulteriore fatto si inserisce in una situazione già critica, inutile ricordare le perdite milionarie accumulate dall’Asp negli ultimi anni, e credo che spinga ancora di più verso un deciso cambio di direzione, la soluzione dei problemi di bilancio di
ASP e di converso la sopravvivenza dell’ente così come oggi lo conosciamo, deve passare anche attraverso una diversa valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare.
Al di là di quale sarà l’esito dell’affare Fontanone, con una soluzione che a nostro avviso è ancora lontana da venire visti i numerosi errori strategici e amministrativi che si sono susseguiti, riteniamo non sia più possibile gestire il patrimonio immobiliare in questo modo.
Serve che i soci di ASP ne prendano atto e si attivino di conseguenza, nei mesi scorsi abbiamo chiesto senza risultati un forte segnale di discontinuità sui vertici, oggi ci apprestiamo a chiedere – ritengo sia inevitabile – l’inserimento di una figura professionale nell’ambito della gestione ASP a cui venga affidato uno specifico compito di valorizzazione patrimoniale, che coniughi sì le esigenze sociali che sono tra le ragioni stesse di ASP ma che porti introiti veri da tutti quegli asset che per semplicità possiamo definire commerciali.
Non è più tempo di risposte arroganti e piccate da parte di un Assessore che si limita a leggere in maniera acritica note scritte da ASP, proseguendo nel solco di scelte sbagliate, ma è tempo di agire per la soluzione di un problema che non fa altro che acuirsi settimana dopo settimana.”