Ieri abbiamo pubblicato la notizia delle difficoltà in cui si trova SAIPEM. Lo abbiamo fatto in quanto è importante tenerne conto per molti motivi. Uno, storico, ha a che fare con l’insediamento di SAIPEM a Ravenna che data da lungo tempo. L’altro, più recente temporalmente, deriva dal rapporto che ha messo in piedi con QINT’X per realizzare un grande progetto nel settore delle rinnovabili proprio a Ravenna.
A fronte dei costi della realizzazione del progetto, un progetto che, come abbiamo detto più volte, ci interessa moltissimo, abbiamo chiesto al Sindaco di accertare se le vicende di SAIPEM possano costituire un ostacolo di qualche tipo al perfezionamento del progetto. Per chi non lo sapesse, si tratta di un costo attorno ai due miliardi di euro per posizionare al largo di Ravenna un elevato numero di torri eoliche nonché di pannelli solari galleggianti, il tutto abbinato alla produzione di idrogeno verde. Per quanto riguarda Ravenna è il progetto inerente l’energia rinnovabile più grande che si sia mai avanzato e anche per l’Italia rappresenterebbe un’autentica pietra miliare.
Sulle vicende di SAIPEM e su altre problematiche che è importante tenere in considerazione, abbiamo dunque chiesto: «al Sindaco di appurare e chiarire se vi siano le condizioni economiche per sostenere il progetto oppure se il tutto sia affidato alla speranza di una copertura tramite investitori ancora da trovare. Insomma, proprio per l’importanza del progetto, di autentica svolta nell’ambito della conversione alle rinnovabili, la città ha diritto di sapere se si realizzerà o meno. E, se sì, quale sarà l’effettivo impatto sulla nostra costa e se verrà ottemperato l’obbligo di rimuovere le piattaforme in dismissione».
Abbiamo ricevuto riscontro quasi immediato da parte di Alberto Bernabini di QINT’X. Lo ringraziamo e riportiamo di seguito la sua risposta:
«Per Saipem ma anche per lo stato italiano Agnes oggi è diventato un progetto ancora più importante di prima. Vale oltre 1 miliardo in lavori e genera molto indotto, ma nessuno ha mai detto che Saipem sia l’investitore finale.
La cosa più complessa non è trovare l’investitore, anche se si parla di 2 miliardi complessivi, ma è autorizzare il progetto (costa molti milioni il processo autorizzativo e va fatto da ingegneri molto preparati) e ad oggi in Italia chi li ha investiti li ha persi, perciò nessuno li vuole davvero rischiare. Quindi ci vuole molto rispetto per chi li mette a rischio in un progetto che vuole essere anche un bene per tutta la comunità, sia in termini di energia pulita che in termini di occupazione.
Quando ho avviato il progetto Agnes le grandi multinazionali mi hanno detto: “non riuscirai mai ad autorizzarlo in Italia, ma se ci dovessi riuscire corri subito da noi”. Ho risposto che se c’è un posto in cui si può fare è la Romagna, ascoltando e dialogando con tutti. Non fatemi cambiare idea. Preoccupatevi di sostenerlo perché venga autorizzato (nel rispetto delle regole e di tutti: turismo, pesca, …) e vedrete che se lo litigheranno gli investitori.
PS: Agnes è una startup 100% romagnola con appena 2 anni di vita che sta già portando a Ravenna fondi PNRR.
Alberto Bernabini (CEO AGNES)».
Ravenna in Comune, come detto sin dal primo momento, ha assunto una posizione “ideologicamente” favorevole alla realizzazione dell’intervento. Manteniamo invece una posizione contraria, fortemente contraria, rispetto al deposito di CO2 che ENI sogna di piazzare al largo delle nostre coste. Entrambe le nostre posizioni le abbiamo più volte chiarite, motivate e ribadite. Basta scorrere il nostro sito per averne conferma. Ora aspettiamo che, una volta tanto, anche il Sindaco fornisca per parte sua i chiarimenti richiesti. Solo dalla trasparenza e dall’apertura possono venire il sostegno della comunità al progetto. L’approccio giusto è quello indicato da Alberto Bernabini.