“Finalmente qualche segnale positivo verso la risoluzione della vicenda della motonave Berkan B, affondata nel Porto di Ravenna nel 2019 senza esser stata completamente bonificata dai carburanti. I cittadini però non sono del tutto tranquilli” afferma Italia Nostra sezione di Ravenna.
“Destano preoccupazione le modalità di recupero per “tentativi” ed altre criticità, come ad esempio un cordone di panne messo a protezione della Pialassa dei Piomboni rotto da tempo e non più ripristinato nonostante le numerose segnalazioni effettuate alla Capitaneria di Porto. Aggiungiamo poi la questione “cimitero delle navi”: nulla di concreto è all’orizzonte, e terminata la rimozione della Berkan B i mezzi se ne andranno ma la gigantesca “discarica” resterà lì nella sua pericolosità chissà ancora per quanto” continua Italia Nostra.
“Abbiamo bisogno che il Parlamento si doti di norme snelle che siano in grado di poter dare risposte rapide alla rimozione delle centinaia di relitti affondati e non che sono presenti in quasi tutti i porti del Paese. Per quanto riguarda i relitti di Ravenna, ancora permangono numerosi avvistamenti in zona di bande organizzate di bracconieri di vongole. Su uno di questi episodi Italia Nostra sporgerà denuncia nei prossimi giorni. Per questi motivi il 5 ottobre una delegazione si recherà nuovamente a Roma a manifestare presso il Ministero della Transizione Ecologica. L’auspicio è di poter informare il Ministero circa i fatti in corso, affinché la rimozione di ciò che resta della Berkan B possa concludersi senza ulteriori danni all’ambiente ed, al contempo, si inizi la cantierizzazione urgente dei lavori di rimozione degli altri cinque relitti affondati di fianco alla Berkan B” afferma Italia Nostra.
“Ringraziamo nuovamente il Ministero nelle persone dei suoi rappresentanti che accolsero i cittadini il 13 maggio scorso, ricordando come il loro interessamento diede impulso concreto ai lavori di recupero, e continueremo a batterci per la risoluzione di una vicenda dagli altissimi impatti ambientali e sanitari che si trascina da decenni” conclude Italia Nostra sezione di Ravenna.