“Presentato oggi in Procura un esposto riguardante una lunga fila di oltre 300 metri di panne di materiale oleoassorbente posta a protezione dell’area del Parco del Delta del Po della Pialassa dei Piomboni, l’area attorno a cui vi sono i capanni da pesca, per intenderci” afferma Italia Nostra sezione di Ravenna.
“Le panne sono previste dalla “Valutazione di Incidenza” (VINCA) emessa dalla Regione Emilia-Romagna per proteggere l’area del Parco da eventuali contaminazioni di idrocarburi ed olii provenienti dal cantiere dove si sta svolgendo la demolizione e rimozione della Berkan B affondata” spiega Italia Nostra.
“Le panne sono state tranciate a fine agosto e, nonostante due PEC alla Capitaneria di Porto ed in conoscenza al Parco inviate ad agosto e settembre, senza risposta, nulla è stato ripristinato. La situazione, visibile ad occhio nudo dalla riva Est della Pialassa Piomboni, è peggiorata ulteriormente: ormai il cordone è inesistente, spostato dalle correnti, buttato sulle barene o sollevato sui pali che emergono dall’acqua, e in certi tratti la fibra assorbente è uscita dall’involucro, evidentemente danneggiato. Sono state presentate nuove segnalazioni, foto alla mano, ai Carabinieri il 9 ottobre e il 15 ottobre ma niente è cambiato” prosegue Italia Nostra
“Tra l’altro, pare che Arpae abbia effettuato dei campionamenti di acque della Pialassa in settembre ad una distanza minore dalle panne rotte rispetto a quella da cui i cittadini hanno rilevato la manomissione, ma non si sia accorta di nulla. E così, i tentativi di sollevamento dei tronconi imbrattati di catrame sollevati e poi ributtati in acqua, e tutte le lavorazioni successive, sono avvenuti senza che i presidi antinquinamento previsti dalla Regione fossero attivi. Perché richiedere la VINCA (prevista per legge) e spendere decine di migliaia di euro per acquistare e posizionare la panne, col solo risultato di avere altro materiale sparso per la Pialassa, allora? Quali siano i motivi per cui sono state tranciate non è noto, anche se si può supporre che l’intenso traffico di bracconieri di vongole che dalla riva est dei Piomboni partono in barca per raggiungere i fondali del “cimitero delle navi”, possa aver contribuito, dal momento che la fila di panne si trova proprio sulla rotta” dichiara Italia Nostra.
“Intanto i lavori al cantiere Berkan B procedono: dovrebbe essere stato estratto il tanto problematico “bulbo” e sono attesi a breve i sollevamenti degli ultimi tre tronconi, tra cui quelli della poppa. Arpae scriveva, riguardo ai lavori di sezionamento del relitto in corso a fine settembre: “Al momento i tagli effettuati hanno interessato la parte in prossimità della prua della M/N Berkan B, cioè le stive di carico, verosimilmente le parti con minore criticità potenziale per presenza di olii e/o idrocarburi”. Dunque, le parti potenzialmente più contaminate, quelle della poppa, dove si trovano i motori e le casse di carburante che non furono bonificate, sono state tagliate dai sub e stanno per essere estratte senza le cautele previste dalla presenza di queste panne. Inevitabile dunque, dopo tutti i tentativi andati a vuoto, l’esposto in Procura. Al fine di un urgente ripristino, sono stati avvisati tutti gli enti coinvolti. Informato anche il Ministero della Transizione Ecologica di quanto sta accadendo al cantiere Berkan B” conclude Italia Nostra sezione di Ravenna.