“Tagliare le accise sulla benzina non è uno spot elettorale. La misura di riduzione venne assunta a marzo 2022 a fronte dello sfondamento del tetto dei 2 € al litro, sul presupposto, condiviso da tutte le forze dell’allora maggioranza e anche da Fratelli d’Italia, di dare una temporalità ridotta alla misura per verificare l’andamento del mercato. Basta andarsi a rivedere le dichiarazioni dell’allora premier Draghi. Nei mesi successivi il prezzo si è sempre mantenuto a livelli alti sfondando a giugno e luglio i 2 € nonostante il taglio. Successivamente si è registrato un calo che ha portato diverse nazioni che avevano adottato una misura analoga a toglierla, come ad esempio la Germania. Oggi il prezzo, senza tagli, si colloca intorno a 1,8 € al litro, vale a dire gli stessi valori del marzo 2012, marzo 2013, marzo 2014. Abbiamo dato corso a una scelta già definita a marzo 2022 da chi oggi finge di non saperne nulla”.
Il taglio delle accise, in 8 mesi, è costato circa 8 miliardi. “Quindi 1 miliardo al mese – riprende il parlamentare di FdI – Se avessimo confermato la misura avremmo dovuto rinunciare al taglio del cuneo fiscale, che ne è costati 4 di miliardi, o agli interventi per imprese, famiglie, sostegno sociale. Il che significa ad esempio che il costo del gas, che oggi è + 23,3% sarebbe stato più 50% e anche più. E’ tuttavia chiaro che ci riserviamo ogni scelta, sia sulle misure emergenziali che strutturali. Emergenziali perchè se ci dovesse essere un incremento dei costi, diversamente dagli obiettivi collegati al tetto al prezzo del petrolio russo, interverremo. Strutturali perché mancano 4 anni e 10 mesi alla fine della legislatura e per noi il taglio strutturale, non una tantum, delle accise è un obiettivo di legislatura che intendiamo realizzare – conclude Alice Buonguerrieri – Basta dunque con attacchi inutili da parte di chi per dieci anni, stando alla guida del Paese ha deciso di non decidere ignorando il problema delle accise”.