Art.1 Bassa Romagna non intende rassegnarsi all’evidente degrado della Sanità pubblica del Distretto Bassa Romagna.
Non ci sfuggono le responsabilità nazionali, dell’aver portato al collasso, nel corso degli anni, la coraggiosa Riforma del 1978 che istituì il SSN, superando il vecchio sistema delle mutue.
Abbiamo assistito nel tempo, senza saper reagire adeguatamente, ad una manovra a tenaglia, che ha tagliato le risorse, introdotto i superticket della maggior parte delle Regioni e bloccando le assunzioni e con privilegi enormi verso i privati e le assicurazioni.
Il risultato è il degrado attuale. Nella cornice generale di collasso del pubblico, al di là di correttivi episodici introdotti dalla Giunta Regionale, come l’impegno all’abolizione dei superticket a partire dal prossimo gennaio 2019, il distretto della Bassa Romagna arretra vistosamente, nonostante lo spirito di sacrificio, la professionalità e l’impegno del personale medico e paramedico.
Qualunque residente ha potuto toccare con mano direttamente o con propri famigliari, questa verità, cominciando dall’Ospedale, quotidianamente a corto di medici e infermieri, con un indebolimento di tutta l’attività chirurgica, variamente distribuita nei vari reparti (Chirurgia generale, ginecologia, urologia).
Per non parlare anche della clamorosa insufficienza di personale al Pronto Soccorso, della mancanza della terapia intensiva di rianimazione pediatrica, della fuga di tante competenze eccellenti, delle liste di attesa, della esosità dei ticket.
E poi parliamo della destinazione di pazienti anziani, bisognosi di attenzioni anche famigliari, in presidi sempre più lontani, nella totale assenza di una rete di trasporti pubblici integrata con la dislocazione territoriale dei punti di ricovero.
In un recente incontro pubblico con gli amministratori dei Comuni della Bassa Romagna, il direttore Generale dell’AUSL di Romagna, Dott. Tonini, ha illustrato importanti progetti di riqualificazione ospedaliera.
Noi intendiamo farci parte attiva nel rivendicare l’ampliamento del progetto, in considerazione del fatto che i distretti più deboli, come quello della Bassa Romagna, oggi si sono ulteriormente indeboliti.
La governance dell’AUSL ha visto il progressivo disimpegno dei Sindaci e dei rappresentanti delle comunità locali e la crescente delega al management e alle burocrazie, in questo caso in linea con quello che è avvenuto in Regione e su tutto il territorio nazionale.
Il fondamento della Riforma del 1978 era curare la salute attraverso la prevenzione e la cura del territorio, in alternativa alla ospedalizzazione.
Il progetto Case della Salute rappresenta un elemento qualificante di attuazione dei principi della riforma, in quanto mirato a potenziare le politiche sanitarie del territorio, dunque, avvicinare la cure, in particolare per i pazienti cronici e/o fragili, oltreché di tutta la popolazione.
Purtroppo il progetto fatica a decollare.
Purtroppo ad oggi lo stato di attuazione delle Case della Salute non va oltre all’accorpamento in un’unica struttura degli ambulatori dei medici di base.
In un territorio in cui si raggiungono i vertici nazionali di invecchiamento della popolazione, le strutture di residenza protetta del pubblico e dell’ASP sono decisamente insufficienti, tanto da lasciar spazio al fiorire di un lucroso business di strutture private dove gli standard qualitativi sono affidati ormai principalmente alla disponibilità finanziaria delle famiglie degli utenti.
Si apre così una minaccia di rottura sociale sul versante dell’incapienza, della tutela delle componenti sociali più deboli, al di là degli sforzi di solidarietà e volontariato che costituiscono ragione di vanto del nostro territorio e ciò genera paure e mina la nostra coesione sociale.
A questo scopo a partire dal prossimo autunno organizzeremo un cantiere di ricerca, elaborazione ed approfondimento, utilizzando anche il web ed i social, rivolgendoci alle competenze, agli operatori del settore, oltre che alla popolazione tutta, per elaborare coralmente un progetto di rivitalizzazione e rilancio della sanità e del welfare.
Su quel progetto daremo battaglia con tutte le nostre forze, con l’intento di unire un fronte largo di componenti democratiche e della sinistra, così da invertire la tendenza in atto al degrado e contribuire a formare nuove maggioranze per la guida dei Comuni della Bassa Romagna, in grado di inverare il progetto.