L’OraSì Ravenna è ormai ai blocchi di partenza e potrà contare anche per la prossima stagione su Tommaso Oxilia, esterno classe ’98 che lo scorso anno ha in giallorosso ha prodotto 8.4 punti, 5.6 rimbalzi e 2.1 assist di media a partita.
Un anno positivo che dà la carica per il secondo
“Considero molto positivo il primo anno a Ravenna, un anno di crescita sia personale che di squadra. È stata una stagione in cui abbiamo lavorato tutti bene e questo mi carica ancora di più per il mio secondo anno qui. È stata un’estate un po’ particolare, ma appena ho sentito il direttore e l’allenatore mi sono sentito parte del nuovo progetto e non vedo l’ora di iniziare la preparazione”.
L’OraSì che verrà, l’importanza del gruppo e il coach
“Mi aspetto una stagione diversa rispetto all’anno scorso, già per il fatto che non dovremo aspettare diversi mesi prima di partire. Sono molto contento di proseguire il percorso intrapreso lo scorso anno insieme ai miei compagni Simio e Deg e anche con Cincia. È importante partire da questo nucleo poi, come tutte le squadre nuove, sarà necessario amalgamarsi bene e lavorare durante la preparazione per trovare una buona chimica di squadra con i nuovi arrivati.
Penso sia un anno importante sotto ogni punto di vista e la speranza più grande è poter giocare con i palazzetti pieni. Con il coach ci siamo sentiti telefonicamente per conoscerci e salutarci, per ciò che riguarda gli aspetti tecnici ci siamo dati appuntamento al raduno per parlarci e iniziare a lavorare insieme”.
La voglia e la speranza di poter riabbracciare i tifosi
“Lo scorso anno purtroppo non è stato possibile giocare con il pubblico e ci piacerebbe davvero tornare a divertirci tutti insieme. Il contatto c’è stato, sui social, attraverso gli striscioni che abbiamo trovato al PalaCosta soprattutto nella parte finale della stagione. Ricordo con piacere il saluto dei tifosi all’esterno del palazzo prima delle partite di playoff; ora la speranza è quella di ripartire con i tifosi sugli spalti, se non completamente almeno in buon numero. Perché per noi giocatori il pubblico è davvero il fattore che manca per rendere completo il nostro lavoro”.