All’interrogazione question time di Alvaro Ancisi: “Barca di Teodorico riseppellita a Comacchio. Torni a Ravenna dopo vent’anni”, rivolta al sindaco il 14 gennaio scorso, ha risposto sostanzialmente, come segue, l’assessore alla Cultura Elsa Signorino.
LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE SIGNORINO
Nel 1998, durante i lavori per la realizzazione del Parco Teodorico venne rinvenuta una imbarcazione di età tardo-antica con parte del carico ancora conservato. L’allora Soprintendenza ai Beni archeologici dell’Emilia-Romagna dispose il trasferimento del reperto, di indubbio pregio, all’interno di un guscio protettivo in vetroresina, presso i magazzini di Comacchio che ospitavano la cosiddetta “Nave romana di Valle Ponti”, anch’essa in attesa, a tutt’oggi, di restauro. D’intesa con l’Istituto Centrale per il Restauro la stessa Soprintendenza scelse una metodica di consolidamento e conservazione dell’imbarcazione consistente in una serie di progressive impregnazioni dei legni con PEG a diversa percentuale. Tali operazioni risultano ultimate negli anni 2006-2007. Da allora non risultano compiute altre attività conservative, se non interventi di monitoraggio…In una nota dell’8 maggio 2019, inviata al mio Assessorato, il Soprintendente Cozzolino, competente per materia, scrive: “Prima di poter procedere al trasferimento dell’oggetto, ancora da definire, si rende necessaria l’attivazione di un’équipe composta da restauratori e archeologi per la verifica dettagliata dello stato di conservazione del reperto e per la comprensione puntuale dello stato delle operazioni di restauro compiute in passato, con particolare riferimento al guscio protettivo entro il quale è rinchiuso lo scafo e alla presenza del liquido consolidante (PEG) all’interno di detto guscio. Una volta completata la verifica tecnica dello stato del reperto, imprescindibile per la definizione delle operazioni più opportune da compiere per il trasporto e per la successiva conservazione in altro luogo, sarà possibile decidere, di concerto con gli altri soggetti aventi titolo al coinvolgimento, le modalità di trasferimento e il trattamento futuro dell’imbarcazione.
In questo quadro, a partire dalle necessità emerse da ultimo di procedere allo spostamento della “Nave di Teodorico” in concomitanza con l’avvio delle operazioni di restauro della “Nave di Valle Ponti” (di cui ad oggi è esposto il solo carico, nel Museo della Nave Romana prima, ed ora nel Museo del Delta Antico), la Soprintendenza competente ha chiesto l’intervento di funzionari specialisti dell’Istituto Superiore di Conservazione e Restauro del Mibact. Il sopralluogo, inizialmente ipotizzato per il marzo 2020, è stato più volte rinviato causa Covid, ed è in programma per le prossime settimane.
Conclusivamente, stante l’indubbio pregio del reperto, non v’è dubbio alcuno che debba trovare collocazione definitiva nella nostra città. A tal fine confermo la disponibilità di questa Amministrazione a partecipare ed un tavolo di confronto con le istituzioni competenti (in particolare la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna) al fine di individuare, compatibilmente con le verifiche ancora in corso, una possibile collocazione, un percorso di restauro ed un progetto di musealizzazione che sia tale da coinvolgere le diverse competenze istituzionali e scientifiche. E ancora, per quanto di nostra competenza, indichiamo, d’intesa con la Fondazione RavennAntica, come risorsa a disposizione per l’eventuale realizzazione del progetto, se risulterà idonea, un’ala del Museo Classis da restaurare allo scopo secondo le indicazioni che emergeranno.
BREVE REPLICA DI ANCISI
Il problema fu sollevato da Lista per Ravenna il 3 agosto 2018. Dopo due anni e mezzo ora sappiamo che la barca di Teodorico è tuttora nei magazzini di Comacchio, dove fu trasferita da Ravenna poco dopo la sua scoperta, oltre 22 anni fa. Dal 2007 non vi è stata effettuato alcunché, né di conservazione, né di monitoraggio. Servono attività complesse di verifica dello stato a cui è stata abbandonata e di studio su come effettuarne il trasporto e la collocazione definitiva dove non si sa. Occorre dunque l’intervento di specialisti dell’ISCR del ministero dei Beni culturali più volte rinviato, che – guarda caso – è stato programmato per i prossimi giorni, dopodiché abbiamo suonato la sveglia. L’assessore giura che dovrà tornare per sempre a Ravenna e vorrebbe che fosse in un’ala del museo Classis tutta da inventare. Meglio tardi che mai, si potrebbe dire, se non fosse che già il 16 luglio 2018 l’assessore stessa ebbe pubblicamente a “confermare che la collocazione ideale della nave è il museo di Classe. Questa era l’ipotesi iniziale e lo è ancora. Si vedrà come”. Se tanto ci dà tanto, sarà però a tempo scaduto, dato che il suo mandato cesserà il prossimo giugno. Continueremo tuttavia ad incalzare. Prossima puntata, l’esito della commissione ministeriale che dovrà pur arrivare, per dirci almeno come fare per smuovere la barca di Teodorico dal magazzino.