“Non usciremo da questa crisi ognuno per conto proprio. Non ne uscirà una regione o una singola città da sola senza che tutti ce l’abbiano fatta. Per questo è fondamentale che nessuno, anche nella nostra città, rimanga indietro, che nessuno perda il lavoro o si debba mettere nelle mani di usurai a causa del coronavirus” afferma Alessandro Barattoni, Segretario provinciale PD Ravenna.
“Il prezzo da pagare per alcuni lavoratori rischia di essere pesante e irrecuperabile. Ogni giorno vengo contattato da cittadini preoccupati per i tempi di erogazione o le mancate risposte riguardanti cassa integrazione o bonus autonomi, precari e P.IVA. Sono lavoratori che sono in attesa di ricevere l’accredito di soldi riguardanti marzo, mese dal quale, a volte non hanno incassato ancora 1 €. Sono spesso giovani, e aldilà dell’età, fragili. Tanto più che qualcuno sta ancora faticosamente provando ad uscire dalla crisi economica del 2008.
E se ragioniamo sui dati del mese di aprile, forniti dai sindacati, quando i numeri riguardanti gli ammortizzatori sociali nella nostra provincia sono molto più alti e incidono sulla vita di decine di migliaia di persone, comprendiamo quanto sia delicato e non procrastinabile il tema della sburocratizzazione legato alla liquidità” continua Alessandro Barattoni.
“Si deve quindi pensare alla fase 2, ma non si può farlo come se tutto quello che ha riguardato la fase 1 fosse a posto. Sono il primo ad essere consapevole degli sforzi fatti a tutti i livelli, dal Governo alla nostra regione fino agli enti locali, a riconoscere l’impegno dei sindaci tutti, a vedere la pressione a cui è sottoposto il sistema bancario. Sono in campo strumenti straordinari ma la stessa straordinarietà della situazione rischia che non siano sufficienti per tutti. Ringrazio quindi la Regione Emilia Romagna che per prima ha sottoscritto il protocollo con l’ABI sull’anticipo della liquidazione degli ammortizzatori e che – da quanto dichiarato dall’assessore Colla pochi giorni fa – ha già istruito tutte le pratiche riguardanti la cassa in deroga, così come è doveroso esprimere riconoscenza ai numerosi imprenditori che sono riusciti ad anticiparla ai propri dipendenti” dichiara Barattoni.
“Queste misure infatti hanno consentito fino ad oggi di limitare notevolmente i danni nel tessuto sociale emiliano romagnolo. Ma non tutti gli imprenditori sono nelle condizioni di farlo e non devono essere i lavoratori a pagare questa situazione. Oggi non possiamo permetterci che le già ampie disuguaglianze che c’erano prima del virus si acuiscano, che qualcuno debba rinunciare alla casa dove abita, che le persone debbano prendere scelte dolorose riguardo al futuro dei loro figli perché non hanno risparmi da parte. Per questo non servono annunci di centinaia di miliardi. Saranno sicuramente utili per pianificare, ma oggi le persone chiedono di seguire e sbloccare le pratiche da 600 € ancora da accreditare, chiarire col sistema bancario ogni minimo dettaglio riguardante l’erogazione dei 25.000 € alle imprese e semplificare la farraginosità dei procedimenti. Serve assicurarsi che ogni singola pratica riguardante la Cassa Integrazione arrivi a una conclusione positiva nel più breve tempo possibile” prosegue Alessandro Barattoni.
“Per questo mi appello a tutte le istituzioni e all’INPS perché si faccia il possibile per velocizzare al massimo le procedure: ogni giorno di attesa oggi potrebbe voler dire una società più diseguale e infelice domani. C’è bisogno invece di ricostruire condivisione e coesione, economica e sociale. La necessità di realizzare un’economia e uno Stato al servizio di tutti infatti non è mai stata così impellente. E la politica per prima, oltre a ripensare se stessa, ragionare sugli spazi e le città dove viviamo, dovrà riflettere e mettere in campo idee nuove perché ogni persona che voglia lavorare nel nostro Paese abbia diritto a un posto di lavoro adeguatamente retribuito e con le giuste tutele così come ognuno abbia diritto a un’educazione completa dall’asilo all’università. Ma per fare questo domani è fondamentale che nessuno rimanga indietro oggi” conclude Alessandro Barattoni.