Distanziamento, turnazione, modalità di accoglienza e gestione della clientela. I documenti tecnici, sottoscritti anche dall’Istituto Superiore di Sanità, che Inail ha fatto circolare in materia di ristorazione e servizi balneari descrivono un’utopia insostenibile. Per alcuni, operatori e lavoratori delle centinaia di migliaia di attività in tutta Italia, sono semplicemente una condanna a chiudere, a fare debiti, alla rinuncia al lavoro.
Senza entrare nel merito di quanto immaginato da Inail, sottolineiamo come sia mancata una condivisione di quelle indicazioni con enti, organizzazioni e rappresentanti delle comunità che dovrebbero metterle in pratica. In Regione Emilia-Romagna, visto che non si può più aspettare, stiamo facendo altro, partendo proprio dalle proposte degli operatori e dei loro rappresentanti per costruire un perimetro sostenibile e credibile di regole e di buone pratiche che consentano di lavorare in sicurezza.
Per chi lavora, vanno tenuti in considerazione i costi e la concreta realizzazione delle misure suggerite per contenere un eventuale contagio. Per i clienti, andare in spiaggia, al bar o al ristorante non può diventare solo ed esclusivamente un momento di sofferenza, scandito da turni rigorosi, precauzioni rigide e mobilità ridotta che rischiano solo di far diventare una vacanza o una uscita in famiglia o con gli amici un motivo di ansia.
Il decreto urgente che aspettiamo da fine aprile, in più, tarda ad arrivare e temiamo che manchi di misure concrete e praticabile per sostenere imprese ed enti che grazie al turismo, agli eventi e al benessere si contraddistinguono in termini di occupazione, indotto ed economia entro e fuori i confini nazionali.
La nostra economia ha bisogno di poter tornare a crescere. Se vengono posti paletti troppo rigidi, ci sono due possibili conseguenze. Da un lato, far chiudere chi vuole provare a rispettare le regole; dall’altro spingere chi invece non ci sta o più semplicemente non se lo può permettere ad eluderle. Sappiamo bene che siamo di fronte a una situazione drammaticamente inedita, che ci ha già spinto oltre a quello che fino a poche settimane fa pensavamo impossibile. Creare nuove povertà di sicuro non può essere una soluzione.