“Entro poche settimane Governo e parlamento devono mettere la parola fine alla vicenda delle concessioni demaniali balneari. Bisogna dare certezze agli operatori, al mercato e anche ai sistemi turistici in cui insistono le concessioni. E nel farlo, vanno rispettate le normative europee e il lavoro di chi in questi anni ha investito risorse proprie per qualificare i propri stabilimenti. Dietro a ogni concessione ci sono donne e uomini che lavorano, imprese, famiglie, indotto economico: usciamo dalle battaglie ideologiche di chi propone un mantenimento dello status quo impossibile da realizzare e di chi dipinge i concessionari come degli usurpatori di beni pubblici”. Lo ha detto il deputato romagnolo Marco Di Maio intervenendo alla Camera in discussione generale sulla mozione di indirizzo concernente iniziative relative all’applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein.
“Riteniamo che sia fondamentale agire in tempi rapidi, i più rapidi possibili, e ovviamente entro la conclusione di questa legislatura, provvedendo con appositi provvedimenti che mettano ordine a questo settore, che diano garanzie e che diano certezze, partendo dalla consapevolezza che la legge non potrà prescindere ovviamente dal rispetto dell’ordinamento europeo e nazionale, e che dunque le procedure ad evidenza pubblica saranno imprescindibili”.
Secondo il parlamentare, vice presidente dei deputati di Italia Viva, “bisogna prevedere, nell’approntare le gare che saranno necessarie, il giusto riconoscimento al valore aziendale dell’impresa balneare e degli investimenti realizzati, oltre alla professionalità degli operatori che hanno investito in questi anni, anche negli ultimi anni, poiché illusi da una normativa dello Stato, che non hanno certo scritto gli operatori, che quelle concessioni sarebbero state in essere fino al 2033, e hanno quindi previsto in molti casi investimenti programmati con la prospettiva di poterli ammortizzare in un periodo di tempo che arrivava fino al 2033”.
“Dunque, nell’intervenire, secondo noi, bisognerebbe tenere conto di diversi parametri, di diversi aspetti – ha proseguito il deputato -. Intanto bisogna concludere la ricognizione del numero, dell’estensione e della tipologia delle diverse concessioni demaniali marittime esistenti; una fotografia che rende poi più facilmente realizzabile una riforma complessiva del demanio”.
Il parlamentare romagnolo ha posti alcuni paletti nello svolgimento delle gare. “Il principale è quello della valutazione adeguata della capacità tecnica, professionale, finanziaria ed economica degli operatori, ovviamente in base alla tipologia di concessione che stiamo discutendo – ha detto -. La valutazione dovrà evidentemente, anche attraverso un meccanismo di premialità nel punteggio del bando di gara, valorizzare l’esperienza professionale e gli investimenti effettuati su quella concessione, in particolare nella gestione del bene pubblico dato in concessione, anche tenendo conto della capacità e dell’inserimento di quel progetto imprenditoriale nel contesto turistico nel quale è inserito”.
“E’ assolutamente urgente – ha concluso – che questa riforma prenda corpo nel più breve tempo possibile, coinvolgendo anche territori e operatori economici. E’ fondamentale per dare garanzie e per dare stabilità a un settore che ha patito gli effetti del COVID, che ha patito le chiusure, i lockdown, che ha dato però anche una risposta al nostro sistema turistico in questi anni e dietro al quale non ci sono chissà quali speculatori. Ci sono donne e uomini che fanno il proprio lavoro, che hanno investito proprie risorse, che certamente hanno anche tratto profitti da questa gestione, ma sono imprese a tutti gli effetti. Quindi, “sì” alla concorrenza, ma “no” alla mortificazione di chi in questi anni ha lavorato e ha contribuito anche alla crescita e allo sviluppo del nostro sistema turistico nazionale”.