«Il decreto flussi approvato oggi alla Camera è un duro colpo per settori chiave come l’agricoltura e il turismo, già gravemente penalizzati dalla carenza di manodopera. Le richieste delle categorie economiche sono rimaste inascoltate, così come le necessità di chi vive e lavora sul territorio, ma è costretto all’invisibilità a causa di norme inadeguate.» Lo dichiara Ouidad Bakkali, deputata del Partito Democratico.

«Questo decreto rappresentava un’occasione per affrontare in modo organico i limiti evidenti della normativa vigente, ma il governo ha preferito non fare assolutamente nulla. La quota sperimentale di sole 10.000 unità per il 2025 – una cifra irrisoria suddivisa tra 20 regioni – è una risposta insufficiente alle gravi carenze in settori cruciali come l’assistenza familiare, socio-sanitaria, l’agricoltura e il turismo. Ancor più grave è il fatto che non siano state previste quote aggiuntive per questi settori, nonostante le ripetute richieste delle associazioni di categoria.»

Bakkali denuncia anche l’assenza di strumenti per regolarizzare chi è già in Italia e vorrebbe lavorare legalmente: «Questo decreto condanna migliaia di persone a lavorare in nero, senza alcuna possibilità di uscire dall’invisibilità. Un’ulteriore scelta immotivata è l’esclusione degli istituti di patronato dall’invio delle richieste di ingresso dei lavoratori stranieri, cosa che complica ulteriormente le procedure per i datori di lavoro.»

La deputata critica duramente anche il mantenimento del sistema dei click day: «Il decreto perpetua la lotteria telematica, alimentando il giro d’affari di agenzie private che chiedono migliaia di euro per fissare un semplice appuntamento, per poi dover attendere mesi per ritirare il visto. A questo si aggiunge il proliferare di truffe, ampiamente documentate, che continuano a gravare sul sistema.»

Sul piano delle politiche migratorie, Bakkali sottolinea come il decreto sia infarcito di propaganda: «Si introducono norme che criminalizzano ulteriormente i salvataggi in mare, si tenta di coprire il fallimento del progetto Albania e si restringono i ricongiungimenti familiari, con tempi insostenibili per chi vuole riunirsi con i propri cari. È l’ennesimo esempio di cattivismo, che penalizza famiglie, lavoratori e l’intero sistema.»

Tuttavia, l’unica nota positiva emersa è stata l’approvazione dell’ordine del giorno che impegna il governo a intervenire con urgenza sui rinnovi dei permessi di soggiorno: «Sono soddisfatta che ieri sera sia stato approvato all’unanimità il mio ordine del giorno. Oggi i tempi di attesa negli uffici immigrazione delle questure e delle prefetture superano spesso i nove mesi. Quando il permesso arriva, è già quasi ora di rinnovarlo. È una situazione insostenibile.»

Bakkali chiede misure immediate: «Servono risorse umane e semplificazioni per migliorare l’accesso e ridurre i tempi di attesa. Questo è un investimento nella dignità e nella legalità, per immigrati, datori di lavoro e funzionari pubblici. Continueremo a vigilare affinché il governo si muova in questa direzione.

Il decreto flussi, così come concepito, non risolve alcun problema strutturale legato alla gestione dei flussi migratori e tradisce l’impegno verso una politica seria, capace di affrontare le sfide del mercato del lavoro e dell’inclusione. Si è preferito alimentare la propaganda, ignorando le vere esigenze del Paese.»