“In seguito alla sua esclusione dal Recovery plan, il “progetto Ravenna”, con cui Eni intende riconvertire i propri pozzi offshore nel più grande centro di cattura e sequestro della CO2 al mondo, perde una dei suoi più importanti strumenti di realizzazione” afferma Azione Ravenna.
“Una grave decisione che rischia di minare le basi del progetto stesso, e che potrebbe portare alla scelta di realizzare l’opera in paesi maggiormente attenti all’innovazione. Il progetto è indubbiamente una delle opportunità più importanti non solo per il territorio ravennate, ma per il paese stesso: il riutilizzo dei giacimenti esauriti nell’offshore ravennate, 400 pozzi che permetterebbero la costruzione del più grande centro di cattura e stoccaggio della CO2 al mondo per capacità, fornirebbe un’occasione di rilancio e riconversione ecologica fondamentale per il settore offshore italiano e soprattutto ravennate, già penalizzato dal blocco delle trivellazioni” prosegue Azione Ravenna.
“Un settore che, nella città, ha continuamente investito e prodotto importanti esternalità, solo per citare gli ultimi anni, ricordiamo l’impegno con cui Eni ha valorizzato la laurea in Offshore Engineering dell’Università di Bologna e che, rappresentando un unicum nel panorama nazionale, ha elevato l’offerta formativa della sede di Ravenna attirando i talenti che formeranno il futuro del settore” spiega Azione Ravenna.
“Le sfide della realizzazione del centro di carbon capture avrebbero inoltre permesso di costruire nella città nuove esperienze e competenze, necessarie a proiettare le aziende e i professionisti dell’offshore italiano verso le posizioni di leadership mondiale nel settore, soprattutto riguardo alla capacità di implementare queste nuove tecnologie che stanno già muovendo i primi passi in altri paesi come Norvegia, Olanda e Gran Bretagna. La perdita di una tale occasione rappresenta quindi uno smacco inaccettabile alle ambizioni del Paese, che rischia di farsi schiacciare dai competitor, e soprattutto un dietrofront inspiegabile da parte del governo, visto che solo sei mesi fa, lo stesso Giuseppe Conte aveva indicato il progetto come strategico per la modernizzazione e la transizione energetica dell’Italia” conclude Azione Ravenna.