Molti ravennati non hanno ancora ricevuto l’avviso di pagamento della TARI, la cui prima rata scade il prossimo 30 novembre. Inizialmente il termine era fissato per il 31 ottobre, ma a causa degli avvisi non recapitati, la giunta ha posticipato la scadenza della prima data a fine novembre. Moltissimi avvisi però non sono ancora giunti a destinazione. Lista per Ravenna, quindi, chiede  “Un ulteriore rinvio al 31 dicembre, unificando il versamento di entrambe le rate”.

“Le cause di tanta bolgia sono venute alla luce la notte del 1° novembre quando denunciai alla Polizia Locale, mentre ne informavo il sindaco con un’interrogazione, che da circa 10 giorni, nello scantinato di un palazzo condominiale di via Fiume 6, abitato esclusivamente da famiglie, giacevano abbandonati e accessibili a tutti mucchietti di scatole, almeno 13 o 14, densamente riempite da centinaia o migliaia di buste contenenti gli avvisi del Comune di Ravenna a suoi contribuenti per il pagamento della TARI 2024, riportanti ancora la scadenza del 31 ottobre” spiega Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna in consiglio comunale.

Il giorno dopo la Polizia Locale è intervenuta sul posto, sequestrando la montagna di corrispondenza di fatto soppressa, attivando, a norma dell’art. 616 del codice penale,  un procedimento di polizia giudiziaria a carico di chi materialmente responsabile del fatto, salvo responsabilità di altro livello. Due giorni dopo, l’assessora al bilancio del Comune ha quindi dichiarato alla stampa che “a questo punto, il Comune sta cercando di correre ai ripari per far sì che gli avvisi raggiungano comunque i contribuenti entro il 15 novembre”.

“La stessa assessora, rispondendo il 7 marzo in Consiglio comunale alla mia interrogazione, ha poi chiarito che, avendo il Comune affidato la riscossione della propria TARI alla società Municipia, questa aveva a sua volta esternalizzato il servizio di postalizzazione (stampa-confezionamento e consegna) degli avvisi di pagamento per la 2024 ad una società di Napoli, mediante un convenzione con l’agenzia Intercenter della Regione Emilia-Romagna. Il 7 ottobre, tale società terza aveva comunicato a Municipia, a detta dell’assessora, “di aver riscontrato gravi problemi di natura tecnica, a causa dei quali era impossibilitata a dar seguito alle procedure di recapito già avviate nel mese di settembre, comunicando inoltre che avrebbe affidato a sue spese la distribuzione di tutti gli avvisi non recapitati a quella  data”, giacché “aveva licenziato il personale incaricato della distribuzione e ritirato il materiale che non era ancora stato distribuito per affidarlo poi a Poste italiane”. Per ragioni su cui per ora non mi dilungo, essendo queste affermazioni assolutamente inverosimili e inattendibili, ciò non sarebbe potuto avvenire e di fatto non è avvenuto. L’esecuzione dei servizi di postalizzazione era infatti passata di mano in mano ad altri soggetti finendo per  ultimo a chi se n’è disfatto, almeno in larga parte, nello scantinato di via Fiume 6, non essendo peraltro materialmente in grado di provvedervi, tanto meno  se remunerato (sembra) con 16 centesimi per ogni busta consegnata a domicilio.
Questa vicenda allucinante non finisce qui, essendo io stesso in grado di approfondirne i dettagli. Ma tanto basta, venendo ai doveri del Comune di Ravenna, titolare della TARI e delle sue entrate, per rivolgere al sindaco la seguente diffida”

 Il testo della diffida:

“Si attivi con urgenza e vigili allo scopo che:

1 il versamento della prima rata della TARI 2024 sia ulteriormente rinviato, per chi non vi avesse già provveduto,  al 31 dicembre 2024, congiuntamente alla seconda ed ultima rata;
2 siano applicate le dovute penali contrattuali a chi responsabile dell’accaduto nei confronti del Comune di Ravenna, potendo esso rivalersi su chi responsabile contrattualmente nei suoi confronti;
3 ugualmente per il recupero del danno erariale conseguente ai ritardati incassi delle entrate corrispondenti, escludendo che il conto finisca sulla TARI 2025 a carico dei contribuenti;
4 verifichi perché da Ravenna Entrate non mi sia ancora pervenuta risposta, tramite il Comune di Ravenna, entro i cinque giorni regolamentari scaduti questo 15 novembre, alla richiesta di copia dei seguenti documenti, indispensabili perché possa compiere a fondo le azioni di controllo che mi competono come consigliere comunale:
• il contratto tra Comune di Ravenna e Municipia;
• il contratto tra Municipia e la suddetta società terza napoletana;
• tutta la corrispondenza intercorsa, sui fatti di cui sopra, tra Municipia e la suddetta società terza napoletana;
• il provvedimento di posticipo al 30 novembre del pagamento della prima rata della TARI 2024, disposto dalla Giunta anziché dal Consiglio comunale;
• il provvedimento annunciato di prima applicazione delle penali a Municipia,
avendo comunque chiesto di conoscere:
1
• a chi e su quali basi contrattuali la suddetta società terza napoletana abbia affidato rispettivamente ad altri soggetti giuridici le attività di stampa-confezionamento e di recapito degli avvisi di pagamento della TARI 2024.
La presente diffida è prodotta ai sensi degli articoli 1, 2 e 2 bis (“principi generali dell’attività amministrativa; conclusione del procedimento; conseguenze per il ritardo dell’amministrazione nella conclusione del procedimento”) della legge 241 del 1990 e dell’art. 328 (“rifiuto di atti d’ufficio”) del codice penale”.