E’ grave la vicenda della mancata corresponsione del risarcimento di 1,7 milioni di euro, che l’Ausl Romagna avrebbe dovuto versare alla famiglia di una ragazza di 14 anni, rimasta gravemente invalida a causa di una sofferenza fetale per la quale non si intervenne con tempestività. Una vicenda dolorosa, che risale al 2004, quando la madre arrivò all’ospedale di Lugo dove non erano disponibili culle termiche e nemmeno un’ambulanza. La donna arrivò a Ferrara con mezzi propri e qui nacquero le due gemelline. Una delle due, asfittica, riportò una grave paralisi cerebrale. Oggi apprendiamo che i familiari della ragazza, per mezzo dei propri legali, hanno proceduto al pignoramento sui conti dell’AUSL per 2,5 milioni di euro (somma aumentata di un terzo per legge).
Un fatto che denota assoluta insensibilità nei confronti della tragedia della famiglia che si è trovata una figlia totalmente inabile per una responsabilità accertata dell’azienda. Una AUSL che ha in mano la salute di un milione e duecentomila abitanti, e che non riconosce ciò che un tribunale ha sancito, non può dirsi appartenente a un contesto civile.
E che dire dei tecnici dell’azienda, accusati di ‘gonfiare’ gli orari di lavoro, per questo denunciati dall’azienda, e che sono stati, alla fine, tutti prosciolti? Un fatto che dimostra l’arroganza di un “potere” che manda di fronte alla giustizia i propri dipendenti senza verificare fino in fondo come stanno le cose. In che condizioni si sono trovati questi lavoratori dal momento della denuncia a quello del proscioglimento? Come hanno lavorato e con che spirito hanno potuto lavorare fino al pronunciamento della magistratura?
Se questo è il modo di agire dei vertici della AUSL Romagna, è chiaro perché l’azienda spenda milioni di euro in consulenze legali assoldando ben 20 avvocati. Se queste sono le scelte, se la via è sempre e solo quella del conflitto, non siamo certo di fronte a una Azienda che pone quale mission prioritaria quella del servizio al cittadino. Credo sia doveroso, a questo punto, che la Regione predisponga verifiche in merito al comportamento dell’alta dirigenza aziendale, sia per quanto riguarda gli affari generali che il dipartimento di prevenzione.