In merito all’interpellanza della consigliera Evangelisti , la Direzione della Centrale Operativa 118 e la Direzione Tecnica Infermieristica di Ausl Romagna precisano quanto segue.
“La nota della consigliera Evangelisti riporta notevoli inesattezze rispetto all’intervento effettuato .
In primo luogo, la chiamata al 118 riferiva di una persona giovane che era svenuta e che al momento della chiamata stessa parlava. Per tale motivo è stata inviata, come da protocollo di centrale, un’ambulanza in codice giallo, criticità che non richiede invio contemporaneo dell’automedica.
All’arrivo del mezzo di soccorso, l’infermiere ha effettuato la prima valutazione ed in pochi minuti la situazione è peggiorata con perdita delle funzioni vitali, motivo che ha portato alla attivazione di mezzo medicalizzato.
L’automedica è stata allertata a questo punto e ha impiegato 16 minuti dalla partenza per arrivare sulla paziente. Il quadro clinico purtroppo era tale che già alla prima valutazione del tracciato cardiologico non vi erano margini di manovra tali da assicurare la ripresa della paziente stessa.
Non è possibile in alcun modo, stante il quadro clinico, affermare che la “manovra di disostruzione delle vie aeree”, messa peraltro in atto dall’infermiere intervenuto per primo, avrebbe potuto salvare la vita alla paziente.
Il tono allarmistico relativo al tema delle automediche ha superato ogni limiti di oggettività arrivando alla assoluta mancanza di rispetto per chi nel sistema 118 opera con professionalità e serietà.
In casi di particolare criticità, come arresti cardiaci in pazienti giovani, è prassi effettuare un debriefing sull’intervento dei professionisti sanitari, dalla ricezione della chiamata al termine delle manovre.
Ne è prova la riflessione successiva all’intervento in oggetto, che ha portato a rilevare elementi di mancata applicazione di procedure operative da parte dell’infermiere che non hanno comunque determinato causalità diretta con il decesso della paziente, sottoposta a manovre rianimatorie prolungate anche dopo l’arrivo del medico. Troppo semplicistico il modo di accusare e privo di ogni fondamento scientifico stabilendo, peraltro in un comunicato stampa e senza aver prima approfondito realmente l’andamento dei fatti, colpe e relazioni causa-effetto derivanti da una volontà aprioristica di supportare la tesi di ripristino dell’automedica buttando in pasto a tutti il dolore di una famiglia per una così tragica fine di una giovane vita.”