La nomina di Tiziano Carradori alla guida dell’Ausl Romagna è l’occasione per la Cgil dei territori di Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini per delineare i temi dell’agenda del confronto “che va ripreso tempestivamente”. La recente riunione del Coordinamento delle strutture confederali Cgil, dei pensionati e della Funzione Pubblica dei territori della Romagna ha consentito di delineare con chiarezza le priorità su cui confrontarsi, a partire dal recupero di una normale dialettica con l’Azienda Sanitaria, dopo la fase acuta dell’emergenza COVID-19.
“Vogliamo rimarcare che i mesi appena trascorsi hanno visto uno straordinario impegno di tutti i professionisti, impegno che ha consentito di far fronte all’epidemia attraverso stravolgimenti degli assetti assistenziali ospedalieri e territoriali, interrompendo le attività ordinarie per garantire esclusivamente l’emergenza e l’urgenza e per dedicarsi alla cura ed al contrasto dell’espandersi del contagio” afferma la Cgil.
“La fase che si è aperta in queste settimane per la sanità è però densa di problematiche che devono essere affrontate fin da subito.
Prima di tutto chiediamo che la ripresa dell’attività ordinaria sia tempestiva, nel rispetto delle regole per la sicurezza degli operatori e degli utenti, assicurando una produzione in attività istituzionale tale da garantire risposta a tutti i cittadini che oggi si stanno rivolgendo alle strutture sanitarie; è necessario inoltre programmare il recupero dell’arretrato” ribadisce Marinella Melandri .
“Serve un indirizzo aziendale chiaro nei confronti di tutte le strutture ed una forte volontà dell’azienda per rimuovere, in tutti i territori, gli ostacoli strutturali ed organizzativi per un’efficace ripresa delle attività ordinarie, delle prestazioni chirurgiche, ambulatoriali e di diagnostica garantendo l’accessibilità ai servizi di prenotazione. Va confermata la centralità della produzione di prestazioni da parte del sistema pubblico in attività istituzionale, ricorrendo alle prestazioni del privato esclusivamente in una logica di integrazione volta principalmente al recupero delle prestazioni pregresse.
Se da un lato quindi sono necessarie azioni organizzative legate alla fase contingente, parallelamente è necessario consolidare l’esperienza della sanità romagnola, in una prospettiva di sviluppo dei servizi di prossimità, di qualificazione e di omogeneità di servizi per i cittadini in tutti i territori, quale completamento del percorso e degli obiettivi definiti all’atto della costituzione dell’AUSL Romagna . Gli investimenti che, dopo anni di tagli, dovranno servire a consolidare il sistema sanitario pubblico vanno indirizzati a potenziare la rete ospedaliera per rafforzare le terapie intensive, riqualificare i posti letto di area semi-intensiva, predisporre percorsi Covid per fronteggiare possibili recrudescenze dell’epidemia.
Altrettanto prioritari sono gli investimenti su piani di assistenza territoriali, lo sviluppo dell’assistenza domiciliare integrata, il potenziamento dell’assistenza infermieristica distrettuale ed il supporto di medici specialisti, sviluppando strumenti di coordinamento e di integrazione sanitaria e sociosanitaria.
L’implementazione di questa rete territoriale, in sinergia con i presidi di presa in carico e di continuità assistenziale già previsti ma ancora in corso di realizzazione (come le Case della Salute e gli ospedali di comunità, per i quali si chiede un’accelerazione nellarealizzazione) dovrà avvalersi delle più moderne tecnologie che, nell’esperienza di questi mesi, hanno mostrato avere potenzialità enormi per la presa in carico, il monitoraggio e la diagnosi di alcune patologie, a partire da quelle croniche. Rimarchiamo infatti che i bisogni della rete socio sanitaria territoriale vadano innovati non solo per l’epidemia ma anche per la necessità di dare risposte adeguate alla cronicità ed alla longevità della popolazione. Questi processi dovranno essere accompagnati da significativi investimenti per la valorizzazione delle professionalità esistenti e per garantire l’acquisizione di quelle necessarie ad assicurare l’innovazione per un reale rilancio e qualificazione della sanità pubblica.
La Cgil dei territori della Romagna, che ha condiviso principi e metodologie di confronto su questa nuova fase con la Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria , auspica una tempestiva apertura del confronto con la Direzione Aziendale al fine tradurre questi obiettivi in azioni concrete, apprezzabili da tutti i cittadini della Romagna”.