L’aumento in Emilia-Romagna, nel 2017 e nei primi mesi del 2018, delle “morti bianche” e degli infortuni sul lavoro, secondo quanto denunciato dall’lnail e dai principali sindacati, è al centro di un’interrogazione presentata in Regione da Giancarlo Tagliaferri (Fdi), che punta il dita contro il Jobs act e la legge “Fornero”, quest’ultima normativa in particolare, secondo il consigliere, “colpevole di aver innalzato l’età della pensione tanto da costringere migliaia di lavoratori a continuare a svolgere lavori pericolosi in età avanzata (il 25% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni”.
Nella nostra regione – riporta il capogruppo – si registrano oltre mille morti all’anno sul lavoro e nei primi tre mesi del 2018 l’Osservatorio indipendente sulla sicurezza sul lavoro di Bologna ha segnalato ben 154 morti, senza contare i decessi per incidenti di chi si stava recando nei luoghi di lavoro. Inoltre, – si legge nell’atto ispettivo – fra gli enti autorizzati a esercitare funzioni di controllo (e, pertanto, autorizzati a comminare sanzioni) all’interno dei luoghi di lavoro figura anche l’Azienda sanitaria locale (Asl) competente per territorio attraverso un Servizio (o Unità operativa) preposto alla Prevenzione e alla Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (SPSAL o U.O. PSAL), i cui tecnici verificano gli adempimenti a tutte le norme in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nonché in materia di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.
Da qui l’iniziativa di Tagliaferri, che chiede alla Giunta regionale “se non ritenga doveroso potenziare i servizi delle Asl preposti alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e rafforzare i controlli nei cantieri e nei luoghi di lavoro”. Infine, l’esponente di Fdi domanda all’esecutivo regionale “se non ritenga necessario anche promuovere campagne di informazione, eventualmente da abbinare a nuovi corsi di formazione, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.