Il problema principale di alcune categorie in ordine alla ripresa è la lievitazione dei costi e la crescente difficolta a reperire le materie prime. In una recentissima indagine, realizzata dal Centro Studi nazionale di Confartigianato su 621 mila imprese artigiane e piccole e medie imprese, è emerso che l’aumento sproporzionato delle materie prime genera un impatto di 19,2 miliardi di euro in più rispetto alla scorso anno.
L’aumento dei prezzi sta colpendo in particolare il settore delle costruzioni e quello della metallurgia, quello dei mobili, degli autoveicoli e quello legato alle apparecchiature elettriche. Le ricadute sul nostro territorio, gravanti sulle aziende artigiane e le piccole e medie imprese, sono stimate nell’ordine di circa 250 milioni di euro.
“La fiammata dei prezzi sta mettendo a dura prova gli imprenditori riducendo i margini di guadagno o addirittura costringendoli a rinunciare a lavorare, una denuncia che avevamo già evidenziato nelle pagine del nostro periodico AziendePiù nel mese di aprile – commenta preoccupato Tiziano Samorè, Segretario provinciale di Confartigianato – e su questa emergenza la nostra Confederazione nazionale ha sollecitato un intervento immediato al Governo, chiedendo che vengano messi in campo tutti gli strumenti per riequilibrare domanda e offerta, nel rispetto della concorrenza e delle norme”.
Le imprese del nostro territorio, che stanno cercando di agganciare la ripresa, devono fare i conti con materie prime carissime e introvabili, senza contare i tempi di consegna lunghissimi che ne minano la competitività. Questo problema si riverbera anche su tutta la gestione degli appalti, anche perchè l’attuale codice non prevede una revisione adeguata dei prezzi.
“A nostro avviso andrebbe reintrodotto come nel passato il meccanismo di compensazione alla imprese in caso di aumenti di materie superiori al 10% accertati dal direttore dei lavori in base al DL 162/2008 – è l’appello di Samorè – ed allo stesso tempo ravvediamo la necessità che la Regione Emilia Romagna attivi in maniera urgente una revisione rapida e univoca dei prezzari regionali, con un adeguamento che tenendo conto degli aumenti delle materie prime possa tutelare le imprese legate a preventivi o a contratti stipulati precedenti il fenomeno dell’aumento delle materie prime, ma anche i committenti. Dobbiamo cioè evitare che i Comuni, come ad esempio recentemente ha fatto quello di Conselice, bandiscano gare riducendo in modo arbitrario tutti i prezzi del tariffario regionale del 24%. Per fare questo, abbiamo inviato all’Assessore Corsini ed ai Consiglieri Regionali Bessi, Liverani e Rontini, una richiesta per attivare il percorso per l’immediata revisione del prezziario regionale e per la sua piena e integrale e dinamica applicazione”.