E’ stata presentata ieri mattina in Fiera a Cesena la Ricerca, svolta da CISL Romagna e ANTARES (Centro ricerche per lo sviluppo regionale e le politiche industriali, diretto da Lorenzo Ciapetti). Il sindacato romagnolo ha voluto analizzare i risultati di tale lavoro insieme ai sindaci delle città capoluogo, Cesena Forlì Rimini e Ravenna, i presidenti delle associazioni Confcooperative Romagna, Confindustria Romagna e Legacoop Romagna, i rappresentanti delle Camere di Commercio, la Regione con la presenza dell’Assessore Paolo Calvano e infine il segretario della Cisl Regionale Filippo Pieri e il Segretario Nazionale Confederale Ignazio Ganga.
“ Con questa ricerca non abbiamo la presunzione – sottolinea il segretario generale CISL Romagna Francesco Marinelli- di trovare soluzioni facili a problemi che sappiamo essere complessi, ma crediamo possa essere un contributo importante in questa fase di elaborazione di area vasta, che deve vedere una collaborazione tra istituzioni, parti sociali e realtà economiche. Crediamo fermamente nel fatto che una ripresa solida sia possibile solo se i benefici della crescita sono condivisi. Per questo abbiamo accolto positivamente il progetto Romagna Next, con una rinnovata cultura amministrativa improntata al confronto. Con questo progetto la Romagna si candida a diventare il primo laboratorio in Italia di pianificazione strategica interprovinciale di lungo periodo, per sviluppare ricchezza e benessere per stakeholders e comunità locali. Un obiettivo che non possiamo disattendere”
“Cresce quindi l’esigenza di interpretare il presente per anticipare le sfide future e superare quelle attuali, creando una nuova proposta di servizi e strumenti per contrastare disagio, povertà e vulnerabilità sociali ed economiche. Ma anche sviluppare quelle che sono le potenzialità della Romagna, come già è possibile vedere in esempi positivi quali AUSL Romagna oppure Romagna Acque o il Campus universitario romagnolo, ed impegnare al meglio le risorse territoriali pubbliche e private”.
SFIDA DEMOGRAFICA
La Romagna, come si evince dalla ricerca, nei prossimi decenni dovrà affrontare dei cambiamenti epocali, che condizioneranno inevitabilmente le priorità politiche territoriali. Primo fra tutti a livello demografico: al 2030 si prevede una diminuzione della popolazione, con l’aumento della popolazione inattiva su quella attiva di 10 punti percentuali, non solo nelle aree interne ma anche nelle principali città. Questo avrà un impatto sulla domanda di servizi e dunque sulle scelte di welfare pubblico, sempre più a favore di persone anziane e meno dedicati all’infanzia.
IL MERCATO DEL LAVORO IN ROMAGNA
Il mercato del lavoro in Romagna è caratterizzato da un tasso di occupazione al 67%, minore rispetto a quello regionale, un numero crescente di NEET, cioè ragazzi che non studiano e non lavorano (18,16% rispetto al 15,9% della media regionale) e da una minor percentuale di persone tra i 25 e i 64 anni in formazione continua (6% in Romagna contro il 9% in regione). Il lavoro femminile ha subito una forte frenata durante la pandemia, poichè i settori più colpiti sono stati proprio quelli del commercio e dei servizi dove maggiore è l’impiego delle donne. Inoltre il 13,9% delle donne in Romagna non lavora per motivi familiari di cura, dei figli o dei parenti. Questo deve portare ad un maggiore investimento in servizi che concilino vita e lavoro e permettano un maggiore impiego femminile.
REDDITI ROMAGNOLI
La Romagna ha un potenziale economico importante, con una forte densità imprenditoriale, maggiore sia di quella regionale che nazionale, ma le aziende romagnole sono in maggioranza di piccole dimensioni e a basso contenuto tecnologico. Questo influisce sui redditi, più bassi rispetto alla media regionale, anche se con differenze però meno accentuate tra più ricchi e meno ricchi, con un appiattimento però verso il basso.
Per aumentare i redditi romagnoli, come CISL da sempre proponiamo due azioni fondamentali: un progetto di investimenti condiviso tra lavoratori, aziende ed istituzioni, per creare maggiore valore aggiunto delle singole aziende, creando una rete che permetta di utilizzare al meglio i fondi regionali ed europei dedicati; serve inoltre un forte rilancio della formazione professionale che permetta ai lavoratori di specializzarsi e crescere durante tutta la loro vita lavorativa.
INFRASTRUTTURE
Servono a nostro avviso forti investimenti in infrastrutture che rendano la Romagna un vero crocevia strategico che rilanci il corridoio adriatico – baltico e dall’altra potenzi i collegamenti logistici e infrastrutturali con l’asse di sviluppo Milano-Bologna. In questo senso fondamentale è la riqualificazione della E45/E55, della SS.16 da Rimini a Ravenna e lo sviluppo dell’alta velocità ferroviaria. Vanno infine accelerati tutti gli investimenti sulle infrastrutture energetiche a partire dai rigassificatori, termovalorizzatori, maggiore estrazione di gas, combustibili verdi e rinnovabili. Il nostro territorio è direttamente interessato.
“Sosteniamo la scelta che la città di Ravenna e la regione Emilia Romagna intendono perseguire- sottolinea Marinelli- per dare una risposta concreta ad una emergenza nazionale. Il rigassificatore naturalmente deve collocarsi all’interno di una politica energetica a 360° e Ravenna può essere un Hub energetico nazionale, comprendendo le rinnovabili, nuove estrazioni su giacimenti esistenti e non sfruttati, cattura e stoccaggio della Co2 (CCUS) ma anche di tutte quelle iniziative di economia circolare”.
CONCLUSIONI
“Questa mattina abbiamo discusso di temi complessi- conclude Marinelli- che il nostro territorio dovrà affrontare nei prossimi decenni per i quali serviranno idee, analisi ed un confronto sulle varie progettualità, come abbiamo fatto questa mattina insieme a tutti gli ospiti che ringraziamo per il loro contributo. Miglioramento della qualità del lavoro, rilancio degli investimenti e riforme importanti: solo dialogando insieme sarà possibile affrontare al meglio le sfide che ci aspettano nei prossimi anni”.