“Sconcertante silenzio da parte degli enti: Comune, Regione, Parco del Delta del Po, Carabinieri Forestali Biodiversità, Soprintendenza. A due settimane dallo show, a Ravenna si possono vendere ed acquistare biglietti per uno spettacolo senza che questo non abbia ancora ricevuto alcuna autorizzazione.
Più che un concerto, dunque, un “Rave party” che può aver luogo solo perché gli enti fanno finta di non vedere, mentre il Prefetto si affretta a tranquillizzare tutti sconfinando anche negli ambiti non di sua competenza? Perché? Da anni si parla del Jova Party per i suoi impatti sull’ambiente: un modello insostenibile di sfruttamento a basso costo – e ad altissimi profitti – di aree pubbliche di elevato pregio che vengono quasi sempre manomesse e che fa leva sull’ignoranza delle leggi e sulla scarsissima consapevolezza ambientale di chi caldeggia questi eventi. A Ravenna, invece, il tema dell’impatto ambientale è stato finora sottaciuto dalle Istituzioni: numeri roboanti, biglietti già venduti, manna dal cielo per Marina di Ravenna, ma, ad oggi, nessuna autorizzazione, nessun nulla osta, nessun accordo di compartecipazione (con relativa valutazione degli eventuali costi a carico dell’Amministrazione) sottoscritto dal Comune con Jovanotti dopo le promesse. Basta verificare sull’Albo Pretorio dei vari enti coinvolti, mentre nulla è stato inviato alle associazioni che avevano fatto richiesta di visionare le autorizzazioni. Forse qualcuno si è accorto che non è possibile sottoscrivere nero su bianco che un evento di quel tipo avrà impatto zero – tra l’altro in pieno periodo di nidificazione – sulla Riserva Naturale dello Stato “Pineta di Ravenna” e sul Parco del Delta del Po, luoghi protetti dalle normative ambientali che distano dall’area dello spettacolo rispettivamente 75 e 175 metri? Eppure le leggi parlano chiaro: necessaria l’autorizzazione ambientale e paesaggistica firmata dagli enti competenti.
In un periodo in cui tutti si riempiono la bocca di sostenibilità, blue, green, ambiente, transizione ecologica, crisi climatiche e biodiversità, quando c’è da applicare concretamente la legge e supportare i cittadini con informazione reale ed adeguata su cosa sia compatibile o meno, ci si nasconde nel silenzio e si manda avanti il Prefetto a fare libera tutti? Ricordiamo infatti che la Valutazione di Incidenza sugli ambiti tutelati dal punto di vista ambientale, anche per eventi molto impattanti che avvengono esternamente ad essi, è obbligatoria.
Ed infatti, a Vasto, per il Jova Party proposto per il 19 e 20 agosto, è già stato pubblicato lo Studio di incidenza ambientale, a cui dovrà seguire l’autorizzazione o la bocciatura da parte degli enti interessati, e con i 30 giorni canonici previsti per legge per le osservazioni del pubblico. E lì il sito dello show dista mezzo chilometro dalla zona di tutela ambientale. A Ravenna, invece, a due settimane dal doppio evento e per una distanza molto più ridotta, nulla: così ci si fa invece beffa delle leggi, della partecipazione e degli obblighi di trasparenza delle pubbliche amministrazioni?
Ravenna ha già pagato pesanti tributi in materia ambientale, e pretenda il rispetto delle leggi da parte di tutti, anche se si chiamano Jovanotti. I concerti vengano autorizzati nei luoghi idonei e le Istituzioni non si rendano complici ad ogni costo di messaggi ambigui e diseducativi.”
Per la Rete di Associazioni “Salviamo il fratino della costa ravennate”
Le Associazioni
Associazione Naturista Ravennate
C.L.A.M.A. Ravenna odv
E.N.P.A. Ravenna
Gruppo di Intervento Giuridico odv gruppo di Ravenna
Italia Nostra – sezione di Ravenna
L’Arca
O.I.P.A. odv Ravenna
WWFaenza odv
Associazione WWF Ravenna