Attivisti, rappresentanti di Associazioni e semplici cittadini si sono ritrovati questa mattina, 2 luglio, presso la Piazza del mercato a Ravenna, da cui sono partiti in corteo verso Piazza del Popolo. Dopo avere attraversato il mercato e le vie cittadine “armati” di striscioni e cartelli colorati, i manifestanti si sono fermati davanti alla Prefettura per un sit-in a difesa dei daini della pineta di Classe e di Lido di Volano.
Simbolica la scelta del Palazzo della Prefettura, ed in un certo senso obbligata: è qui che si è svolto qualche settimana fa l’incontro fra Prefetto e rappresentanti della Provincia, della Regione e di ATC sulla cosiddetta “situazione di emergenza” che sarebbe causata da daini, picchi e nutrie.
I rappresentanti delle associazioni presenti (Italia Nostra sezione Ravenna, C.L.A.M.A. Ravenna, Oipa Ravenna, A4) hanno illustrato ai cittadini quanto siano fuorvianti le esternazioni apparse sui media: ai daini in particolare vengono imputati danni alle colture, incidenti ed addirittura responsabilità per l’incolumità pubblica. Attraverso il megafono degli attivisti, però, i passanti hanno appreso che le stesse istituzioni regionali, in risposta ad interrogazioni della consigliera Giulia Gibertoni, parlano di danni alle colture pari a zero o poco più. Inoltre, sempre dati della Regione alla mano, risulta che le aziende agricole che hanno avuto accesso ai fondi regionali per la prevenzione contro danni da fauna selvatica non hanno poi richiesto risarcimento danni.
Per quanto riguarda gli incidenti stradali che vengono imputati ai daini, la stessa Regione afferma che l’incidenza percentuale con coinvolgimento di animali selvatici è veramente esigua sulla base dei dati Istat degli ultimi 5 anni, che evidenziano un’incidenza percentuale variabile tra lo 0,17% e lo 0,23% sul totale annuo nella regione Emilia-Romagna, tanto che non si è ritenuto opportuno investire in ecodotti e metodi ecologici nella Pineta di Classe.
Alcuni passanti, fermatisi al presidio ad esprimere sostegno, hanno concordato sul fatto che sulle strade che circondano la zona di Parco la velocità deve essere limitata per tutelare animali ed automobilisti; ragionamento ovvio che sfugge ai nostri amministratori.
Ricordiamo peraltro che nelle zone ove sono stati installati dissuasori sonori e luminosi gli incidenti causati da fauna selvatica si sono praticamente azzerati: lo scrive la Regione stessa.
Quindi, le misura di prevenzione funzionano, ove applicate.
I manifestanti hanno chiesto a gran voce l’impiego di metodi ecologici a tutela di automobilisti e fauna selvatica; hanno chiesto di lasciare i daini nella pineta, dove l’equilibrio numerico è assicurato dalla presenza dei lupi ultimamente comparsi; hanno chiesto di non dare il via ad operazioni di spostamento (verso distretti di caccia ed allevamenti da carne, come previsto dalla delibera regionale nr 140) costose, crudeli ed inutili, di mettere da parte i fucili e di ascoltare cittadinanza e buon senso.
Rincuora constatare che i cittadini sono dalla parte dei daini, che vengono considerati da tutti una risorsa, un bene da tutelare, tranne che da parte dei nostri rappresentanti politici: un paio di persone si sono unite spontaneamente al corteo, una ciclista si è fermata per avere un cartellone da esibire, e in diversi hanno espresso sostegno all’iniziativa a difesa di animali tanto belli e tanto incolpevoli.
La speranza è che a queste voci si dia ascolto, perché la città di Ravenna non sia ricordata per stermini gratuiti di animali innocenti, che non venga additata per l’ipocrisia con cui si organizzano le gite nella natura a fianco dei daini mentre si oliano le armi che dovranno ucciderli. Perché, per una volta, il rispetto per l’ambiente non sia solo una parola vuota da passeggiata elettorale, ma si compia in scelte moderne, sensate ed oltretutto molto meno costose – ed infinitamente più sicure – di spostamenti ed uccisioni.
C.LA.M.A. Ravenna