Sabato 22 febbraio 2020 sarà l’ultimo giorno per ammirare a Ravenna presso la Sala del Mosaico della Biblioteca Classense l’intervento artistico di Nicola Samorì Solstizio d’inverno, composto da due nuove opere: Lucia e Solstizio d’Inferno realizzate entrambe per questo spazio. Un importante riscontro di pubblico e di appassionati ha salutato questo ciclo invernale creato da Samorì, uno dei maggiori pittori della scena contemporanea, che nel contempo ha presentato altre opere inedite a Napoli, negli spazi del Museo Archeologico e Made in Cloister.
Dal 2018, quattro artisti contemporanei, quattro pittori italiani salutano l’arrivo delle stagioni realizzando appositamente una o più opere per uno spazio straordinario come la Sala del Mosaico in Biblioteca Classense.
In precedenza Giovanni Frangi, Luca Pignatelli, Giovanni Manfredini, Nanni Balestrini, Arnold Mario Dall’O, Daniela Alfarano, Daniele Galliano, ora Nicola Samorì e dal 20 marzo Luca Zamoc per l’ equinozio di Primavera 2020. Luca Zamoc che inaugurerà la sua opera venerdì 20 marzo alle ore 18, è uno di dei più interessanti illustratori italiani di oggi; nato a Modena nel 1985 e residente a Milano, trae fonte d’ispirazione dalla mitologia e dall’epica e definisce il suo disegno “un’arma della coscienza per comprendere l’universo che ci circonda”. Ha collaborato con il Festival della Filosofia, affrescato la celebre Cà Zemian dello chef Massimo Bottura sempre a Modena, oltre a lavori per case editrici e noti marchi internazionali come Nike, Bmw, Adidas, Red Bull. Per il festival Subsidenze, ha dipinto la cupola di Kirecò a Ravenna.
Nicola Samorì : Solstizio d’inverno :22 dicembre 2019 / 22 febbraio 2020
Orari: feriali 9-18,30. Domenica e lunedì 14- 18. Ingresso libero,
Nicola Samorì ( Forlì 1977) è pittore e scultore tra i più noti della scena contemporanea. Talento precocissimo, si è affermato a livello nazionale e internazionale con opere di altissima qualità esecutiva. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, presenta un curriculum rilevante di esposizioni e riconoscimenti. Tra le mostre personali si ricordano quelle tenute a Perth (2003), Cape Town (2004), Bologna, Trento e (2005), Bologna e Torino (2008), Milano (2010 e 2019), Trento (2011) Berlino e Basilea (2018, 2019), Tübingen e New York (2012), Vicenza, Lissone, Kiel e New York (2014), Roma (2016) . Samorì, che oggi vive a Bagnacavallo, ha frequentato il Liceo Artistico a Ravenna, negli anni in cui l’istituto viveva anche uno spazio prezioso come la Sala del Mosaico, luogo a lui particolarmente caro.
Il ciclo Ascoltare bellezza è un progetto promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna e dall’Istituzione Biblioteca Classense, curato da Paolo Trioschi.
Come in un momento di raccoglimento, ogni giorno dell’inizio della stagione si apre con un omaggio alla natura attraverso l’arte, la più viva espressione della creatività umana. La stessa che ci permette di esteriorizzare ciò che è dentro di noi e ristorarci nell’ascolto della bellezza. Per questo, nel giorno di ogni solstizio od equinozio, presso la Sala del Mosaico della Biblioteca Classense (il cui pavimento è una preziosa opera che riluce di storia) viene presentato un apposito intervento d’arte. Ogni mostra resta visibile per 60 giorni. L’accesso alla Sala del Mosaico è da Via Baccarini, 3 nel centro di Ravenna.
Nel 2020 il ciclo Ascoltare belleza, dopo Nicola Samorì vedrà gli interventi pittorici di Luca Zamoc venerdì 20 marzo; Santi Moix sabato 20 giugno, Nicola Verlato martedì 22 settembre.
La sala del mosaico
Nella grande sala al secondo piano del complesso classense si conserva il mosaico pavimentale qui collocato alla fine dell’Ottocento, quando questo spazio faceva parte della Pinacoteca dell’Accademia di Belle Arti, allora situata in Via Baccarini. Il mosaico si compone di tre pannelli con decorazioni differenti e fu rinvenuto nel 1875 nell’area di Classe, nelle vicinanze dalla Basilica di Sant’Apollinare in Classe. L’ipotesi più probabile, allo stato attuale degli studi, assegna il pavimento alla Basilica Beati Probi, grandioso edificio religioso dedicato ad uno dei primi vescovi di Ravenna. Dopo il ritrovamento, i mosaici vennero composti in questo ambiente tra il 1889 e il 1890 sotto la direzione di Gaetano Savini (1850-1917), pittore, decoratore e docente dell’Accademia di Belle Arti. Il mosaico, che si può attribuire a maestri di origine orientale, è considerato il più elegante mosaico pavimentale ritrovato in area ravennate.