Due weekend d’autunno per essere partecipi di uno straordinario incontro, quello fra arte, storia e musica: l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, attraverso i suoi ensemble da camera, contribuisce a celebrare il patrimonio storico-artistico italiano, con due appuntamenti al Museo Nazionale di Ravenna. Sabato 24 settembre, alle 21.15, il Refettorio ospiterà il Decimino di archi e fiati in occasione delle Giornate europee del patrimonio, la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa, per un programma di Respighi e Bohr. Domenica 2 ottobre, alle 11 e alle 18, nella sala della pittura del Cinquecento il Quartetto Amouage propone il Quartetto op. 18 n. 4 di Beethoven nell’ambito dell’iniziativa Domenica al Museo. Quello dei Cherubini è un dono in musica a tutti i visitatori del Museo Nazionale; l’ingresso al Museo sarà con biglietto a 1 Euro per l’apertura serale del 24 settembre e gratuito per il 2 ottobre, come ogni prima domenica del mese.
Sabato 24 settembre, alle 21.15, il Refettorio che custodisce gli affreschi trecenteschi di Santa Chiara è la cornice per il concerto del Decimino di archi e fiati della Cherubini, composto da Francesco Ferrati e Elena Sofia Ferrante ai violini, Tommaso Morano alla viola, Ilario Fantone al violoncello, Leonardo Cafasso al contrabbasso, Chiara Picchi al flauto, Linda Sarcuni all’oboe, Riccardo Broggini al clarinetto, Martino Tubertini al fagotto e Matteo Carmelo Leone al corno. In programma il Gran Nonetto in fa maggiore op. 31 di Louis Spohr, che gli fu commissionato dal mecenate Johann Tost nel 1813 con l’esplicita richiesta che la composizione rispettasse un equilibrio tra gli strumenti “in accordo col carattere e la natura” di ciascuno. Risale invece al 1927 la suite Gli uccelli – qui proposta in un arrangiamento per ensemble da camera – che Ottorino Respighi, nel quadro di un ritrovato interesse per la musica antica, costruì rielaborando pagine per clavicembalo o liuto del XVI e XVII secolo di Bernardo Pasquini (Preludio e Il cuccù), Jacques de Gallot (La colomba), Jean-Philippe Rameau (La gallina) e di un anonimo inglese (L’usignolo) ispirate al canto degli uccelli. Nella stessa serata, ma alle 20.30, sarà presentata alla città la Deposizione di Cristo nel sepolcro di Bartolomeo Coda, dipinto cinquecentesco di grande formato che era stato destinato a essere venduto all’estero ma sarà invece possibile ammirare nella sala dedicata alla pittura romagnola.
Domenica 2 ottobre, alle 11 e alle 18, il doppio appuntamento è nella sala dove sono esposti i dipinti cinquecenteschi e protagonista è il Quartetto Amouage, ovvero Sofia Cipriani e Valerio Quaranta ai violini, Davide Mosca alla viola, Matteo Bodini al violoncello. Il Quartetto per archi in do minore op. 18 n. 4 fa parte della raccolta di sei quartetti scritti da Beethoven tra il 1798 e il 1800 e pubblicati a Vienna nel 1801. Benché la scrittura non sia particolarmente elaborata e metta in evidenza la parte del primo violino, decisamente dominante, tutto il Quartetto è caratterizzato da una forte tensione espressiva. La accentua l’assenza di un tempo lento cantabile, sostituito da un Andante scherzoso che però nulla ha dello Scherzo ed è costruito in stile contrappuntistico. Anche il Minuetto successivo è anomalo, privo della regolarità simmetrica della danza a cui fa riferimento il titolo e caratterizzato da un’inquietudine ritmica. Temi che richiamano danze ungheresi o zigane si trovano invece nell’ultimo tempo, un veloce rondò. Questi concerti saranno l’occasione per ammirare il dipinto di Nicolò Rondinelli San Giovanni Evangelista appare a Galla Placidia, proveniente dai depositi della Pinacoteca di Brera e tornato, dopo più di due secoli, al Museo Nazionale grazie al progetto 100 opere tornano a casa del Ministero della Cultura. La pala, realizzata per la Basilica di S. Giovanni Evangelista, celebra un miracolo legato alla consacrazione della chiesa avvenuta all’epoca di Galla Placidia. Ha trovato collocazione nelle sale prospicienti il “grande dormitorio”, dove sono esposte altre opere provenienti dalla stessa basilica, tra cui le lunette cinquecentesche con le Storie di Galla Placidia affrescate da Francesco Longhi.