Oltre 150 tifosi e simpatizzanti rossoneri a fare festa con Arrigo Sacchi, uno dei “mister” più importanti della storia del Milan. Al Rione Rosso è’ stata una serata da ricordare quella dell’inaugurazione ufficiale del Milan Club Faenza, ricostituito a luglio e intitolato al fondatore Carlo Sangiorgi.
Significative le scelte della data dell’evento, a 38 anni esatti dalla prima fondazione del sodalizio e la personalità chiamata, Arrigo Sacchi, che fu il primo ospite di una serie con i campioni rossoneri negli anni ’90. Ora come allora, straordinario l’entusiasmo dei tanti partecipanti, rappresentanti dei circa 450 soci tesserati che fanno del Milan Club Faenza presieduto da Giuseppe Sangiorgi, forse uno dei più numerosi della Romagna, a cinque mesi dalla rifondazione, caratterizzati da una intensa attività con trasferte allo stadio “Meazza” San Siro Milano per seguire le partite o in sede davanti alla tv maxi schermo. Il presidente Giuseppe Sangiorgi ha ringraziato il consiglio direttivo e i soci per l’eccezionale impegno e condotto la serata che, prendendo spunto dai due libri di Arrigo Sacchi, “Calcio totale” e “La coppa degli immortali”, ha ripercorso l’inizio della carriera del tecnico che ha cambiato il gioco del calcio, e l’epopea del leggendario Milan, vincitore di due Coppe dei Campioni consecutive (ora Champions League) tra il 1989 e il 1990. Squadra che è stata giudicata dall’Uefa, il massimo organismo del calcio europeo, come la più grande di sempre.
Sacchi ha raccontato di essere diventato allenatore: “Verso i 19 anni, quando militavo nel Baracca Lugo in quarta serie, mi resi conto che non sarei mai diventato un grande giocatore, per cui decisi di smettere. A quel punto, Alfredo Belletti, bibliotecario di Fusignano, uomo coltissimo, vero e proprio maestro di vita, mi suggerì e mi spronò a diventare allenatore. E così, nel giro di un mese, parlavo già come un vero allenatore”.
Il tecnico di Fusignano ha ricordato il suo percorso.
“Ho puntato su studio, lavoro, pianificazione e rinnovamento, ma anche sulla fantasia, sulla imprevedibilità, elementi indispensabili per riuscire a realizzare il mio sogno di costruire un nuovo modo di giocare al calcio, che andasse contro la mentalità dominante di difendersi e ripartire sfruttando gli errori degli avversari. Volevo imporre una strategia, di attaccare senza soste con un pressing che non lasciasse spazio, per imporre e dominare il gioco. Per me non c’è merito se si vince senza giocare bene. Quel Milan è rimasto nella storia per questo”.
Sacchi ha sottolineato come i successi di quel grande Milan siano stati condivisi con il presidente Silvio Berlusconi, che gli diede il mandato di creare una squadra capace di diventare la prima al mondo e lo sostenne sempre, e Adriano Galliani.
Riguardo al momento attuale della squadra rossonera, Arrigo Sacchi, oggi apprezzato opinionista e commentatore del mondo del calcio, ha sottolineato il ruolo di mister Stefano Pioli “un tecnico preparato e attento, bravissimo a gestire il gruppo, a dare una identità e bel gioco” e di come la società si sia mossa con bravura e attenzione nel mettere a posto i conti, un aspetto fondamentale che pone il Milan sopra ad altre società soprattutto in prospettiva.
Sacchi ha svelato tanti segreti delle partite indimenticabili di quel grande Milan, dal vittorioso 3-2 in trasferta sul Napoli di Maradona che fu il lasciapassare per lo scudetto, le due della semifinale con il Real Madrid che portarono alla finale dominata con lo Steaua Bucarest che regalò la Coppa dei Campioni in uno stadio Bernabeu di Barcellona tutto rossonero, alla vittoria della Coppa Intercontinentale con l’Atletico Medellin: un trionfo riprodotto nella torta celebrativa preparata per la serata.
Nel corso dell’evento, accompagnato dalla musica di “Roger” Ruggero Troncossi e della sua band, è stata realizzata una iniziativa di raccolta fondi per l’associazione Insieme a te, rappresentata dalla presidente Debora Donati.