La normativa italiana consente l’impiego del defibrillatore anche senza avere frequentato uno specifico corso di formazione a tutte le persone che ne possano disporre. La centrale operativa 118 ha il mandato, oltre che di coordinare e gestire l’intervento dei mezzi di soccorso, quello di censire i defibrillatori che sono presenti sul territorio di competenza e che possono essere a disposizione dei primi soccorritori nell’attesa dell’ambulanza. Nei comuni dell’AUSL della Romagna attualmente sono presenti 1200 defibrillatori, in luoghi pubblici, aziende, centri sportivi, centri commerciali, mezzi di forze di pubblica sicurezza, condomini ed altri luoghi.
La regione Emilia Romagna con la delibera di giunta 2030 del 2023 ha messo a disposizione delle Aziende Sanitarie 1,5 milioni di euro per incrementare il numero di defibrillatori da distribuire sui territori: all’AUSL della Romagna sono stati assegnati 382 mila euro per l’acquisizione di circa 200 nuovi apparecchi, che verranno ripartiti sul territorio raggiungendo anche i luoghi in cui i defibrillatori sono meno frequenti. Ciò consentirà di aumentarne il numero di quasi il 20%.
I dati internazionali dimostrano che la maggiore sopravvivenza da arresto cardiaco improvviso si ottiene quando, oltre alla rapidità dei tempi di arrivo dei mezzi di soccorso ed
Alla qualità dei trattamenti erogati, un primo soccorritore mette in atto manovre di rianimazione e, se possibile ed indicato, di defibrillazione.
Obiettivo pertanto del sistema 118 è quello di unire la rete dei mezzi di soccorso alla rete dei “primi soccorritori” che, sotto la guida dell’infermiere della centrale operativa (con telefono e videochiamata), intervengono immediatamente. Il legame è reso possibile
attraverso un allertamento via App, “APPDAE” , regionale Emilia Romagna che consente a coloro che hanno dato la propria adesione al progetto di essere avvisati di un probabile arresto cardiaco nelle loro vicinanze.
Perché è necessario implementare il numero di defibrillatori e di cittadini che si rendono disponibile ad intervenire se allertati dalla centrale operativa 118? Perché la sopravvivenza da arresto cardiaco possa essere incrementata: attualmente la percentuale di pazienti in arresto cardiaco improvviso in sede extraospedaliero che si riprende completamente dopo l’episodio è intorno al 8% negli Stati Uniti (considerato il paese di riferimento per la rete di soccorso all’arresto cardiaco) con il 6,5% in Romagna, corrispondente a 60 pazienti. Aumentare questa percentuale significa accrescere il numero di persone che possono avere ancora una prospettiva di molti anni di vita.