Arrestata e torturata: Nidaa Badwan racconta a Ravenna la sua protesta, l’autoesilio, le foto

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20 mesi chiusa nella sua stanza, dopo aver superato un forte stato di depressione che l’ha portata a pensare al suicidio. Nidaa Badwan vive tra la Romagna e San Marino. Oggi non può praticamente tornare a Gaza. Non vede la sua famiglia dal 2015. Nel 2013 venne arrestata da Hamas perché senza velo, mentre parlava di arte in compagnia di alcuni ragazzi. Per 8 giorni subì violenze. Si rivede nelle ragazze arrestate, torturate e uccise in Iran. Lei poteva essere una di quelle ragazze.
Tornata a casa trasformò la sua paura di uscire in una protesta. Mesi di autoesilio, persino durante le settimane più cruente dello scontro fra Hamas e Israele. La fotografia divenne mezzo di espressione, denuncia e ribellione. Il gallo, simbolo dell’uomo orientale, zittito in uno scatto. La stanza piena di colori, le grigie macerie della città fuori. Ora la mostra che racconta quell’esperienza, “100 giorni di solitudine”, arriva a Ravenna, dal 13 marzo al primo aprile nello spazio di Palazzo Rasponi 2 in via d’Azegliio.