Inaugurata lunedì pomeriggio la nuova Arena Borghesi. Alle 18.30 la cerimonia ufficiale con il sindaco, le autorità e Conad che si è occupata dei lavori (insieme al tanto discusso ampliamento del supermercato) e poi ha ceduto l’area dell’arena al Comune di Faenza. Un centinaio le persone presenti. Per l’occasione un concerto anche della Scuola di Musica Sarti. In serata, alle 21.30, è invece iniziata la nuova stagione cinematografica curata come ogni anno dal cineclub Il Raggio Verde. In programma “La finestra sul cortile” diretto da Alfred Hitchcock. Dopo due anni di lontananza, quindi, il cinema è tornato in Arena e ha fatto registrare quasi il “tutto esaurito” (349 i posti a sedere).
Italia Nostra e Legambiente, però, sono tornati a criticare l’intera operazione: “Con la scomparsa dell’ampio spazio alberato, è stata cancellata l’organica unità dell’arena col viale Stradone e all’interno si è perso l’equilibrio tra l’area aperta e gli elementi costruiti. L’arena attuale è ristretta e soffocata dall’espansione del supermercato; lo stesso muro antico di mattoni, che delimitava l’arena sul viale, adesso è diventato per una metà (quasi) il confine del nuovo ampliamento commerciale sullo Stradone. Segno ulteriore di un’arena stravolta, che non è più quella realizzata da Vincenzo Borghesi e da lui lasciata in eredità ai faentini. È così alterata che si potrebbe anche cambiarle il nome” hanno sottolineato le due associazioni.
“Il recupero edilizio ha restituito la funzionalità dello spazio, ma di certo non l’arena del1928, com’era riconoscibile fino a due anni fa. Una rimozione del senso del luogo, causata dall’attuale allargamento dello squarcio urbanistico di 40 anni fa, che si tenta di mascherare attraverso la rimozione del senso delle parole, quali “restituzione” e “inalterato”.
Confusione linguistica finalizzata a costruire l’immagine di un’arena il cui rinnovo avrebbe aggiunto solo qualità senza cambiarne l’identità.
Il tentativo retorico è però smentito dalla reale macroscopica evidenza di un luogo stravolto: l’ingombrante ampliamento del supermercato schiaccia l’arena, aggrava l’invasività di un corpo estraneo al contesto storico e paesaggistico, altera definitivamente la relazione visiva che si ha dallo Stradone” evidenziano Legambiente e Italia Nostra.
“A qualcuno l’abbagliante effetto di uno spazio rinnovato, a spese di un privato, può far credere vantaggioso l’intervento anche se ha cancellato l’identità del luogo. L’insistenza sulla mancanza di alternative può trovare consensi solo tra chi isola l’immagine dell’arena di oggi dalla memoria di ciò che era l’Arena Borghesi.
Una cancellazione della memoria del luogo causata dalla cancellazione dei caratteri che rendevano riconoscibile l’Arena.
Questo rapporto tra pubblico e privato, esaltato dall’Amministrazione Comunale, che induce tali effetti contribuisce alla decrescita educativa di una comunità, oltre all’impoverimento della qualità del paesaggio storico”.