Area di protezione del fratino. Italia Nostra contro Viva Ravenna: “La deposizione può avvenire fino a luglio”

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Viva Ravenna ha depositato un’interrogazione firmata dal capogruppo Nicola Grandi sulla recinzione a Marina Romea dell’area di nidificazione del fratino, fra i bagni Luisa e Polka, chiedendo di fatto di rimuoverla poiché impedisce l’accesso ad una parte di spiaggia libera.

In attesa della risposta dell’amministrazione comunale che avverrà al primo consiglio comunale utile, è Italia Nostra a rispondere a Viva Ravenna:

“L’interrogazione si preoccupa di un’area di rispetto, peraltro ben valicabile e semplicemente delimitata da paletti, cordino e i cartelli esplicativi, posta tra due stabilimenti balneari a Marina Romea e quindi in area di spiaggia libera. La protezione risulta in perfetto stato e non certamente abbandonata, ed è stata realizzata in accordo con gli stabilimenti limitrofi” chiarisce l’associazione, fra le realtà che hanno costituito in questi anni la rete di volontari a tutela del fratino.

“Il Consigliere evidentemente ignora che il sito di Marina Romea è stato per il terzo anno consecutivo sede di nidificazione proprio nel punto esatto posto sotto protezione – se così si può dire – con cordini e cartelli. Il luogo, così come notificato svariate volte anche al Comune di Ravenna, è particolarmente favorevole per la sua tranquillità e per la presenza della grande duna Riserva Naturale dello Stato, su cui il genitore porta in salvo i pulcini dopo la schiusa, consentendone l’accrescimento e l’involo”.

“Anche quest’anno la specie era in procinto deporre a fine marzo, come segnalato agli enti competenti, ma una improvvida pulizia con mezzi meccanici, anticipata rispetto alle tempistiche e non si capisce come autorizzata, anch’essa segnalata a tutti gli enti, ha vanificato il primo tentativo. La coppia, identificata con anelli, si è poi trasferita a Marina di Ravenna ed il pulcino superstite dei tre nati, scampato alla tempesta del 2 maggio e all’alluvione del 16/17, si è involato dopo ben 39 giorni (contro i 28 abituali), seguito costantemente con turni fino a 12 ore al giorno dai volontari, assolutamente benvoluto da tutti gli stabilimenti coinvolti, nonostante il contesto difficile e molto antropizzato” ripercorre Italia Nostra, che poi critica Grandi “Ignora il Consigliere che sono state deposte altre due uova il 28 aprile e 4 maggio nel sito in questione, come documentato e trasmesso agli enti, il tutto spazzato via dall’alluvione del 17 maggio.
Ignora il Consigliere che la specie, proprio per garantire la propria sopravvivenza, possa deporre fino a due volte dopo la prima, ovvero fino a giugno/luglio. Non a caso anche la scorsa settimana i volontari hanno effettuato un sopralluogo, puntualmente tramesso agli enti, per accertare eventuali nuove deposizioni ed al contempo controllare lo stato della protezione.
Ignora il Consigliere che il mantenimento di una o più zone non pulite meccanicamente consente che la specie possa nidificare in quel punto, e non magari nelle zone concessionate.
Ignora infine che si parla di una specie elencata nella Direttiva 79/409/CEE “Uccelli”, ovvero posta sotto la massima tutela dalla Comunità Europea, di cui in Emilia-Romagna si contavano 200 coppie nel 2000, ed oggi arriviamo a malapena a 40.
Invitiamo il Consigliere Grandi a dedicare qualche ora del tempo del suo mandato da consigliere comunale pagato dai cittadini – tempo evidentemente poco importante – a darci una mano ai presidi e a conoscere ciò che egli presumiamo ignori, nell’interesse suo e delle generazioni future, come sancito dalla nostra Costituzione”.