16/03/2018 – Sono 137.972 i donatori di sangue totali in Emilia-Romagna. La Regione a fronte di questo dato pone ulteriormente l’accento sul tema della donazione, proprio con il nuovo piano sangue e plasma 2017-2019. Il programma si pone l’obiettivo di continuare a garantire l’autosufficienza regionale. Il piano è stato approvato in Assemblea Legislativa con grande soddisfazione dei consiglieri Pd. “Il piano 2013/2015 ha consentito di raggiungere e consolidare l’autosufficienza nella nostra Regione, da sempre capace di garantire e addirittura di fornire unità di sangue anche alle regioni che più ne hanno bisogno — spiega il consigliere Mirco Bagnari–. Puntiamo alla garanzia dell’autosufficienza regionale del sangue e del plasma (obiettivo non scontato e da perseguire giorno per giorno) per le strutture sanitarie, pubbliche e private, attraverso la donazione volontaria e non remunerata”. Un elemento fondamentale è rappresentato dalla collaborazione con le associazioni e le federazioni dei donatori, AVIS e FIDAS. “Grazie al confronto con il volontariato, è stato possibile formulare una serie di emendamenti che ho sottoscritto insieme ai colleghi del PD, per rendere più operative ed efficaci le sinergie con il sistema sanitario – prosegue –. Questo piano mette al centro il ruolo del volontariato ma anche della sicurezza. Infatti uno degli obiettivi è la standardizzazione delle procedure trasfusionali. Oltre a promuovere la cultura del dono, si vuole garantire un elevato livello di sicurezza, attraverso procedure standard che puntano al miglioramento della qualità”. Per questo gli obiettivi principali riguardano l’adozione di un sistema informatico unico per il monitoraggio e le prenotazioni. “Inoltre si punta alla formazione del personale sanitario e degli operatori delle associazioni, per garantire un intervento qualificato a 360° – aggiunge il consigliere –. Sarà poi sviluppato un progetto regionale di ‘disaster recovery’ per le situazioni di emergenza tecnologica e progetti di cooperazione internazionale per migliorare le condizioni di vita di popolazioni affette da patologie collegate al sangue”. Va sottolineato il ruolo importante delle associazioni nello sviluppare l’oggetto del presente piano. “Ma anche per contribuire, grazie al lavoro svolto quotidianamente anche attraverso progetti in collaborazione con gli enti locali, alla diffusione di una cultura della prevenzione e della socialità – conclude Bagnari –, elementi fondanti del capitale sociale dell’Emilia-Romagna che va tutelato e fatto crescere”.